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L’inflazione sale per il nono mese consecutivo

Continua a salire l’inflazione per il nono mese consecutivo. Nel mese di marzo 2022 l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell'1,2 per cento su base mensile e del 6,7 su base annua, con un balzo di un punto percentuale rispetto alla stima del 5,7 del…
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Continua a salire l’inflazione per il nono mese consecutivo. Nel mese di marzo 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,2 per cento su base mensile e del 6,7 su base annua, con un balzo di un punto percentuale rispetto alla stima del 5,7 del mese precedente. Lo comunica l’Istat precisando che un tale livello di inflazione in Italia non si registrava dal luglio 1991. Anche questo mese, «sono i prezzi dei beni energetici non regolamentati a sostenere l’ulteriore crescita».

A marzo le «tensioni inflazionistiche continuano a diffondersi con la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” che cresce di quasi un punto percentuale, portandosi ad un più 5 per cento», è il commento dell’istituto di statistica alle stime sull’inflazione. Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che passano dal più 4,1 per cento a più 5,0 sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto: da più 5,3 per cento a più 6,9. A contenere le tensioni inflazionistiche sono i prezzi dei servizi la cui dinamica su base annua rimane stabile con solo un più 1,8 per cento, mentre i beni registrano una crescita a due cifre, schizzando del 10,2 per cento.
Dati che hanno fatto alzare i toni a tutte le associazioni di consumatori e a quelle di categoria.
Secondo Codacons: «Il rialzo dell’inflazione al 6,7% a marzo rappresenta per una tragedia e rischia di avere effetti pesanti sui consumi degli italiani». Mentre Assoutenti afferma che «questi dati sono un massacro per i consumatori e ciò deve portare il Governo ad adottare provvedimenti urgenti a tutela delle famiglie per salvaguardare il loro potere d’acquisto». Si unisce al coro anche l’Unione nazionale consumatori che commenta i dati dicendo che «le speculazioni scattate a causa del conflitto in Ucraina rischiano di trasformarsi in un colpo letale per tasche delle famiglie».
Chi fa una proposta specifica è Federdistribuzione, l’associazione che riunisce molti grandi marchi della Gdo: «con l’inflazione che cresce e con i consumatori che decidono di ridurre gli acquisti è tempo di tagliare l’iva sui beni essenziali».
Confocommercio, invece, evidenzia che «il nuovo brusco aumento dei prezzi, ben oltre le nostre stime, ribassa le prospettive di crescita economica, riducendo così le possibilità di rientrare dai deficit dopo due anni di pandemia».
Unica nota positiva alla chiusura del primo trimestre del 2022 è una lieve crescita dell’occupazione che, sempre secondo l’Istat, «a gennaio è aumentata di 850 mila unità».

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