«Il governo italiano con l’Europa ha deciso di affossare il settore dell’automotive». Non usa mezze misure il segretario generale Uilm Bari-Bat e coordinatore Uilm Puglia, Riccardo Falcetta, interpellato sull’argomento alla luce del lancio dei nuovi incentivi ministeriali per l’acquisto di veicoli elettrici. Iniziativa, finanziata con risorse del Pnrr che mette a disposizione 597 milioni di euro.
Gli incentivi
«Se si guarda infatti a queste ulteriori spinte sulla rottamazione e gli incentivi a favore dell’elettrico che arrivano fino a 11mila euro è chiaro il disegno. Ma, spero di sbagliarmi, nonostante questi incentivi l’elettrico non si venderà, la gente continuerà a mantenersi l’auto usata, con motore endotermico e alla fine tutte le industrie, da Melfi, Bari e altre sono in cassa integrazione. Questo è il quadro nudo e crudo».
Le soluzioni
Ma allora una possibile soluzione rispetto a questo quadro dalle tinte fosche quale potrebbe essere? «La neutralità climatica. Innanzitutto -precisa Falcetta – svecchiare l’attuale parco auto circolante con propulsioni di ultima generazione e lasciare al consumatore finale la facoltà di scegliere con quale mezzo circolare tenendo conto che gli Euro 6 endotermici diesel non è che siano inquinanti anzi per certi versi sono meno inquinanti dell’auto elettrica e a benzina. E che ci sia un certo cambiamento lo si avverte dal fatto che si parli sempre meno di elettrico e sempre più di idrogeno quando di fatto l’elettrico deve ancora partire. E questo probabilmente proprio per sviare al flop dell’elettrico. A livello europeo non si comprende questo accanimento nonostante le aziende chiudano in tutta Europa. Si spinge sull’elettrico come se fosse la svolta green, la realtà è che nel frattempo le aziende chiudono o si convertono all’industria bellica. Forse le grandi lobby hanno deciso che il business non è più nell’automotive ma nell’industria di guerra con buona pace di tutti i lavoratori che sono in cassa integrazione o licenziati».
Gli ammortizzatori
Attualmente su 5mila addetti dell’area industriale di Bari, c’è un utilizzo del 70% circa dell’ammortizzatore sociale e il dato è destinato a peggiorare».
Distretto barese
Tranne la Marelli per le altre realtà industriali la situazione è sempre molto difficile. «La Bosch continua a fare la solidarietà – afferma Donato Pascazio, segretario Fim Cisl Bari – la Marelli in solidarietà e l’investimento legato a Stellantis è stato rinviato al 2027. Per Magna nessun problema anzi ha chiamato lavoratori interinali, Dana Graziano è stato acquisito da un nuovo gruppo e hanno avuto un prolungamento del contratto di solidarietà fino al 2026. SKF continua a lavorare regolarmente tranne qualche periodo breve di cassa integrazione ordinaria. Il quadro comunque resta preoccupante e il sindacato ovviamente continua a monitorare»