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Le politiche di Trump minacciano il turismo: con i dazi diminuiscono i viaggiatori dall’Europa

Con le tensioni politiche ed economiche legate alla minaccia dei dazi - imposti e attualmente sospesi per 90 giorni da Donald Trump - il numero di viaggiatori europei che visitano gli Stati Uniti è calato drasticamente. I visitatori provenienti dall'Europa occidentale che hanno soggiornato almeno una notte negli Stati Uniti sono diminuiti del 17% a…

Con le tensioni politiche ed economiche legate alla minaccia dei dazi – imposti e attualmente sospesi per 90 giorni da Donald Trump – il numero di viaggiatori europei che visitano gli Stati Uniti è calato drasticamente. I visitatori provenienti dall’Europa occidentale che hanno soggiornato almeno una notte negli Stati Uniti sono diminuiti del 17% a marzo rispetto a un anno fa. I viaggiatori provenienti da alcuni paesi, tra cui Irlanda, Norvegia e Germania, sono diminuiti di oltre il 20%.

I timori delle compagnie aeree

Lo rivelano i dati dell’International Trade Administration citati dal “Financial Times” sottolineando che le politiche dell’amministrazione Usa stanno minacciando le rotte transatlantiche che per le compagnie aeree «sono le più redditizie al mondo» e che dopo la pandemia avevano registrato un forte aumento della domanda. Il trend attuale, osserva il quotidiano economico britannico, rappresenta una minaccia per l’industria del turismo statunitense, che rappresenta il 2,5% del pil del paese.

Il tonfo della domanda

Alcune compagnie aeree e gruppi alberghieri hanno registrato infatti un calo della domanda di viaggi transatlantici. Il numero totale di visitatori stranieri che viaggiano negli Stati Uniti è diminuito del 12% su base annua a marzo, il calo più marcato da marzo 2021, quando il settore dei viaggi stava risentendo delle restrizioni pandemiche, secondo i dati dell”International Trade Administration. In soli due mesi il presidente degli Stati Uniti «ha distrutto la reputazione degli Stati Uniti» e a testimonianza di ciò la «diminuzione dei viaggi dall’Ue agli Stati Uniti”, ha detto Paul English, co-fondatore del sito web “Kayak”.

«Questo non è solo un altro terribile colpo all’economia degli Stati Uniti, ma rappresenta anche un danno alla reputazione che potrebbe richiedere generazioni per essere ripristinata». I dati, compresi quelli degli aeroporti statunitensi e dei valichi con il Canada, stanno mostrando che «è molto chiaro che sta succedendo qualcosa ed è una reazione a Trump», spiega al “Ft” Adam Sacks, presidente di Tourism Economics. Virgin Atlantic la scorsa settimana ha avvertito di un “modesto” rallentamento della domanda di voli transatlantici da parte dei consumatori statunitensi, e l’amministratore delegato di Air France-Klm Ben Smith, ha affermato mercoledì che il gruppo è stato costretto a tagliare le tariffe transatlantiche in classe economica a causa della “leggera debolezza” del mercato. Iag, il gruppo che controlla British Airways e Delta Air Lines, invece, hanno affermato di non aver registrato alcun impatto. Naren Shaam, Ceo del sito di prenotazioni di Viaggi Omio, ha dichiarato che i tassi di cancellazione per le prenotazioni negli Stati Uniti sono stati superiori del 16% nel primo trimestre rispetto all’anno precedente, con i viaggiatori provenienti da Regno Unito, Germania e Francia che hanno mostrato un tasso di cancellazione ancora più alto del 40%.

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