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Le minacce di dazi e tensioni globali sul Pil italiano: gli scenari illustrati nel Def

Il Documento di economia e finanza (Def) lancia un allarme: l’economia italiana potrebbe subire un duro colpo a causa delle crescenti tensioni commerciali globali e dell’incertezza sui mercati finanziari.

In particolare, la mancata intesa sui dazi con gli Stati Uniti potrebbe frenare la crescita del Pil, con un impatto negativo di 0,1 punti percentuali nel 2025 e di 0,2 punti percentuali nel 2026.

Quattro scenari di rischio per l’Italia

Il Def ha elaborato quattro scenari che mettono in luce i potenziali rischi per l’economia italiana.

Il primo riguarda il rallentamento del commercio mondiale: un’escalation delle tensioni commerciali, con l’introduzione di dazi e contromisure, potrebbe frenare la domanda globale e ridurre la crescita del pil italiano. Il secondo è sull’apprezzamento dell’euro: un euro più forte rispetto alle altre valute renderebbe le esportazioni italiane meno competitive, con un impatto negativo sulla crescita. C’è poi l’aumento dei prezzi dell’energia: un’impennata dei prezzi di petrolio e gas peserebbe sui costi di produzione delle imprese e sull’inflazione, frenando la crescita del pil. Infine, potrebbero pesare le tensioni sui mercati finanziari: un aumento dei tassi di interesse e dello spread BTP-Bund renderebbe più costoso il finanziamento del debito pubblico e limiterebbe il credito a famiglie e imprese.

Le conseguenze per il Pil

In uno scenario negativo, il Pil italiano potrebbe crescere solo dello 0,5% nel 2025 e dello 0,6% nel 2026, rispetto alle stime iniziali del Def. Le tensioni sui mercati finanziari rappresentano il rischio maggiore per gli anni a venire, con un impatto potenziale di -0,3 punti percentuali nel 2026 e -0,5 punti percentuali nel 2027.

Cosa significa per gli italiani?

Questi scenari di rischio si traducono in una potenziale frenata della crescita economica, con conseguenze negative per l’occupazione, il reddito delle famiglie e gli investimenti delle imprese.

L’aumento dei prezzi dell’energia potrebbe pesare sul costo della vita, mentre le tensioni sui mercati finanziari potrebbero rendere più difficile ottenere prestiti e mutui.

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