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Le droghe irrompono tra i banchi di scuola: tra gli adolescenti cresce il consumo di cocaina

Come stanno i ragazzi e le ragazze nel nostro Paese? La risposta non è semplice, ma i dati diffusi dalla Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze 2024 forniscono un indizio importante. Tra gli studenti di 15-19 anni, da Nord a Sud della penisola, cresce il consumo di cocaina (dall’1,8% al 2,2%), stimolanti (dal 2,1%…
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Come stanno i ragazzi e le ragazze nel nostro Paese? La risposta non è semplice, ma i dati diffusi dalla Relazione al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze 2024 forniscono un indizio importante. Tra gli studenti di 15-19 anni, da Nord a Sud della penisola, cresce il consumo di cocaina (dall’1,8% al 2,2%), stimolanti (dal 2,1% al 2,9%) e allucinogeni (dall’1,6% al 2%). Particolarmente preoccupante l’aumento delle Nuove Sostanze Psicoattive (dal 5,8% al 6,4%), mentre i minorenni segnalati per detenzione di droga raggiungono il 12% del totale, il valore più alto mai registrato fino a questo momento. Il coinvolgimento dei minori nei reati droga-correlati segna un drammatico +10% rispetto al 2022, con 1.246 giovani under-18 denunciati all’Autorità Giudiziaria.

La percezione del rischio

In generale, si registra nella popolazione studentesca una percezione del rischio associata all’uso di sostanze psicoattive appena superiore al 50%. Una quota di studenti tra il 52 e il 59% associa un rischio elevato al provare sostanze come cocaina/crack, oppiacei, stimolanti, NPS e allucinogeni, mentre al consumo occasionale di cannabis viene associato un rischio elevato dal 28% degli studenti. La percezione del rischio tende a essere sensibilmente più bassa tra gli utilizzatori delle sostanze. La cannabis è ritenuta la sostanza più facilmente accessibile: oltre un terzo degli studenti (35%) afferma di potersela procurare facilmente. L’accessibilità delle altre sostanze risulta notevolmente inferiore (la cocaina è considerata facilmente accessibile dal 10% degli studenti, gli allucinogeni dal 7,4%, gli stimolanti dal 6,8% e gli oppiacei dal 4,3%), ma aumenta in maniera rilevante tra gli utilizzatori. Oltre un quarto ritiene di potersi procurare le sostanze in strada o a casa di amici o in discoteca. L’acquisto via Internet, infine, è indicato da circa un quinto dei giovani che consumano sostanze e si sta diffondendo sempre di più.

Lo smartphone

Ma non sono solo le sostanze vere e proprie a preoccupare. Sempre più spesso tra gli adolescenti l’uso degli smartphone si sta trasformando in una vera e propria “droga”. Secondo gli specialisti, non si tratta più di semplici “eccessi giovanili”, ma di una forma di dipendenza che può modificare i circuiti cerebrali, ridurre le funzioni cognitive e avere conseguenze psicologiche rilevanti. L’uso problematico dello smartphone” è una condizione che, pur non essendo ancora formalmente riconosciuta come disturbo clinico, colpisce tra il 10% e il 30% degli adolescenti si manifesta con un uso eccessivo del telefono, la difficoltà a separarsene anche per brevi periodi, ansia crescente in assenza del dispositivo, isolamento sociale, calo del rendimento scolastico e, nei casi più gravi, sintomi depressivi. I numeri parlano chiaro. Secondo una ricerca Changes Unipol / Kkienn, il 64% dei giovani utilizza lo smartphone in modo continuativo, il 57% lo fa fino a tarda notte, compromettendo il sonno. Il 30% riconosce un impatto negativo su studio, lavoro o relazioni sociali. E ancora: il 50% sperimenta ansia da notifica e il 40% dichiara di preferire i contatti online a quelli dal vivo. L’uso precoce degli smartphone è allarmante: oggi l’età media del primo telefono si è abbassata a 9 anni e quasi la metà dei bambini di 10-11 anni ha già profili social. Le conseguenze sono evidenti: difficoltà di concentrazione (segnalata dall’82% degli insegnanti), aumento dei disturbi del sonno e crescita del cyberbullismo, fenomeni che il Ministero ha tentato di contenere con il divieto d’uso dei cellulari durante le lezioni.

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