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L’addio al calcio di Claudio Ranieri: «È il momento giusto per ritirarsi»

L’allenatore romano che resterà per sempre negli almanacchi del calcio si è congedato martedì sera, intorno alle 21.45 circa dal mondo del calcio in particolare dal suo Cagliari che aveva già guidato dal 1988 al 1991, compiendo una cavalcata pazzesca alla C1 (allora denominata così) alla serie A, quest’anno con una giornata di anticipo, dopo…

L’allenatore romano che resterà per sempre negli almanacchi del calcio si è congedato martedì sera, intorno alle 21.45 circa dal mondo del calcio in particolare dal suo Cagliari che aveva già guidato dal 1988 al 1991, compiendo una cavalcata pazzesca alla C1 (allora denominata così) alla serie A, quest’anno con una giornata di anticipo, dopo che qualcuno lo aveva anche definito ‘bollito’ ha ottenuto la salvezza sul campo del Sassuolo al “Mapei Stadium”.

Il rammarico è non aver visto questo signore distinto allenare la Nazionale italiana, una chance per la sua onorata carriera, ben nota preparazione, trofei importanti portati a casa e soprattutto quella voglia, passione e determinazione che ha sempre trasferito alle sue squadre è storia e sono dei dati tangibili. Giovedì sera con la Fiorentina a Cagliari è andati in scena l’ultima partita da allenatore di Claudio Fiorentina, peraltro contro il suo passato i viola dove anche lì valorizzò gente come Rui Costa, Toldo, Batistuta, Effemberg ed altri oltre a vincere un campionato cadetto nel 93/94, una Coppa Italia nel 1995-1996 e la Supercoppa italiana nell’anno seguente.

Destino non beffardo ma sicuramente da amarcord per il tecnico ex Roma e Parma che chiuderà la sua seconda avventura alla guida dei rossoblù con due imprese di fila, la promozione dello scorso anno, subentrando a Liverani e vincendo la finale di ritorno playoff al San Nicola in uno stadio gremito e con quel suo gesto memorabile a fine gara, ai suoi tifosi, che ha fatto scuola: «Così no no, abbiate rispetto dell’avversario e pensiamo solo a festeggiare».

Per lui insignito in Inghilterra, alla guida del Leicester, del titolo di Sir e di recente premiato del premio alla carriera Gentelman, non è una novità ma sono spot che in un calcio ancora con tante violenze di ogni tipo devono passare ed essere ricordati sempre più spesso.

Il tecnico che ha 72 anni solo sulla carta ma che ha la forza di un trentenne ed un’esperienza incredibile, nonostante le richieste dei tifosi, dei suoi giocatori, del presidente Tommaso Giulini che aveva dichiarato che avesse fiducia incondizionata, ha salutato tutti con un videomessaggio. Un percorso il suo leggendario, in cui ha conquistato il titolo della Premier con il Leicester nel 2016. Chissà in quanti allenatore affermati ci sarebbero riusciti, ma non servono i paragoni, al tecnico romano non piacerebbero neanche perché ha sempre avuto rispetto di tutti e degli avversari di campo.

Nel videomessaggio diffuso tramite i canali social mister Claudio Ranieri ha detto: «Dopo la promozione in A, che magari non ci aspettavamo così immediata quando arrivai a gennaio, e questa salvezza arrivata ora, ho deciso la cosa giusta, lasciare adesso». Così Claudio Ranieri in un videomessaggio ai tifosi sui social. «A malincuore, perché è una decisione dura e sofferta. Preferisco andare via così e magari un altro anno che le cose non vanno bene. Voglio lasciare un bel ricordo alla gente. Mi auguro di essere ricordato come un persona positiva, senza i tifosi non ce l’avremmo fatta. Sono orgoglioso di voi».

Il mondo del calcio è orgogliosa di aver avuto un tecnico come Ranieri. In questa stagione il Cagliari nella cavalcata del ritorno verso la salvezza aveva fatto impattare sul apri l’Inter che ancora non aveva vinto lo scudetto e fermato la Juventus di Allegri.

Un altro passaggio significativo del personaggio lo si evince a fine gara vinta col Sassuolo in cui Ranieri ha ai microfoni di Skysport ha dichiarato: «Fanno in fretta a dirti che se i bollito. Il fatto strano che la prima volta vincemmo 2-1 correva proprio il 19 maggio del 1991, in Emilia. Cagliari è casa mia, io l’ho detto fin dall’inizio che avremmo lottato sino alla fine e ci siamo salvati con una di anticipo. Sono contento di festeggiare davanti ai nostri tifosi giovedì sera (domenica, ndr). L’anno scorso a Bari mi chiamò Gigi Riva e mi ha chiesto di dire ai ragazzi che non ci sono solo i tifosi allo stadio, ma un’intera isola».

Il compianto Gigi Riva che è stato una bandiera dei rossoblu e uno dei centravanti più forti della storia del calcio italiano, già dirigente–accompagnatore della Nazionale Azzurra per diversi anni e tram l’altro scopritore del taletuoso Niccolò Barella, oggi capitano interista, era grande amico di Claudio Ranieri e aveva spinto affinché il tecnico accettasse questa seconda avventura con il popolo sardo. Ci aveva visto lungo ancora una volta, da grande bomber che è stato. Nel corso della stagione aveva pure rassegnato le dimissioni, ma i calciatori pronti a tutto, hanno risposto facendolo ricredere e lui che non voleva assolutamente mollare lo aveva fatto esclusivamente per scuotere tutto l’ambiente e gruppo squadra a giocare con ancora più consapevolezza della ‘mission’ che avevano. Il risultato è alla luce del sole e giovedì sera nell’anticipo della gara con la Fiorentina, al di là del punteggio finale è scattata la festa e standing ovation anche dal popolo viola al grande allenatore e uomo, Claudio Ranieri, emozionatosi ancora una volta. Specie nel calcio moderno dove chi compie una scelta di cuore è sempre più merce rara.

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