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La Manovra arriva in aula per la fiducia, il ministro Ciriani: «Scusate il ritardo»

La manovra “non si tocca”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, ha evitato nel corso della riunione della Conferenza dei capogruppo alla Camera che il documento di bilancio tornasse in commissione per alcuni correttivi. Pertanto, dopo il braccio di ferro alle 13 di ieri mattina il ministro ai rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, scusandosi personalmente e a nome del Governo «per il ritardo con cui sono iniziati i lavori» ha posto la fiducia.

Il testo della legge di bilancio, quindi non è tornato in commissione con la motivazione che non c’è bisogno di stralci perché nel testo c’è una sovracopertura di 100 milioni il primo anno e poco sopra il secondo. Risorse di fronte alle quali il governo ha due opzioni: la prima sarebbe quella di migliorare i saldi e la seconda – più probabile – di utilizzarle nel conto di controllo, uno strumento che il Piano strutturale di bilancio dà alla politica economica da usare durante l’anno.

Il cronoprogramma

Di conseguenza, al termine della giornata di ieri a Montecitorio resta confermato l’obiettivo di arrivare al via libera dell’Aula della Camera entro la serata di oggi. Secondo il calendario stilato dalla capigruppo, dopo la richiesta della fiducia da parte dell’esecutivo, oggi le dichiarazioni di voto inizierebbero alle 12, per poi proseguire con la chiama per appello nominale e intorno alle 14.20 si votano gli ordini del giorno. Verso le 18 dovrebbe svolgersi il consiglio dei ministri sulla nota di variazione, mentre il voto finale dell’Aula dovrebbe arrivare intorno alle 23.

Poi il documento finanziario passerà al Senato e secondo la proposta del capogruppo del Pd, Francesco Boccia, accolta anche dalla maggioranza, non sarà discussa in aula nei prossimi giorni, dopo l’esame in commissione che inizia lunedì, ma tra Natale e Capodanno, dando così la possibilità ai duecento senatori di passare la prima parte delle feste con i propri cari, non costringendoli a tour de force dentro Palazzo Madama a Roma.

La questione di fiducia

E proprio su questa cosiddetta “navetta” virtuale tra i due rami del Parlamento si annota la proposta di Stefano Ceccanti, costituzionalista ed ex parlamentare del Partito democratico, secondo il quale «il Governo dopo aver posto in aula la questione di fiducia sulla legge di bilancio sul testo della quinta commissione della Camera dei deputati, per prassi, ormai consolidata, la seconda Camera – in questo caso il Senato – potrà solo ratificare tra Natale e Capodanno quanto licenziato da Montecitorio. Il monocameralismo di fatto si rivela da anni implacabile anche per l’atto più importante oltre che per i decreti. Anche pochi giorni fa ci sono stati due dibattiti fotocopia sulle dichiarazioni della Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo. Tutto convergerebbe, quindi, razionalmente a far pensare che il Parlamento in seduta comune a 600 membri è la vera, razionale e unica sede parlamentare». In pratica, quella scelta che molti tentativi di riforma hanno proposto, ma non sono stati mai approvati.

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