Attacco choc del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev contro i nemici della Russia definiti «bastardi e imbranati».
Sul suo canale Telegram ha scritto: “Mi viene spesso chiesto perché i miei post sono così duri La risposta è che li odio. Sono bastardi e imbranati. Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”. «Gravissime e pericolose le affermazioni di Medvedev. Sono parole inaccettabili, che ci preoccupano fortemente anche perché arrivano dal vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo. Non è un segnale di dialogo, non è un’apertura verso un cessate il fuoco, non è un tentativo di ritrovare la pace, ma sono parole inequivocabili di minaccia verso chi sta cercando con insistenza la pace», scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. «È doveroso – prosegue Di Maio – smettere di alimentare tensioni con provocazioni e minacce. Le affermazioni che arrivano, invece, non lasciano dubbi e allontanano da parte russa la ricerca della pace. Piuttosto danno linfa a una campagna d’odio contro l’Occidente, contro quei Paesi che stanno cercando con insistenza la fine delle ostilità in Ucraina».
Intanto la guerra sul campo prosegue: «i residenti di Severodonetsk sono stati portati con la forza nel territorio occupato dai russi, mentre altri sono fuggiti dove potevano, ora in città restano 10-11mila persone, vivono sotto bombardamenti costanti, senza luce e acqua». Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare della città Oleksandr Stryuk.
«In base alle nostre informazioni, circa 600 persone vengono trattenute in cantine nella regione di Kherson, dove sono tenute in condizioni disumane e sono vittime di torture». A denunciarlo è la rappresentante permanente della presidenza ucraina in Crimea, Tamila Tacheva, spiegando che per la maggior parte si tratta di “giornalisti e militanti” che hanno organizzato manifestazioni pro-Ucraina». La notizia più sconvolgere arriva dalla città martire: Mariupol è sull’orlo di un’epidemia “esplosiva” di colera: sta «letteralmente annegando nelle acque contaminate dai rifiuti e dalla decomposizione di sepolture improvvisate, aggravate dall’arrivo del caldo». Lo ha detto il vicesindaco della città ucraina Sergei Orlovio, sottolineando – secondo quanto precisano alcuni siti ucraini – che le forze d’occupazione russa hanno messo la città in quarantena.