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La Cina vuole armare Mosca

Nel giorno deputato ad avviare nuovi negoziati in video conferenza fra Russia e Ucraina per favorire il cessate il fuoco, le delegazioni dei due Paesi hanno optato per una «pausa tecnica» che dovrebbe far slittare a oggi il vertice. Nel frattempo gli Stati Uniti lanciano l’allarme: la Cina sarebbe pronta a inviare armi a Mosca…
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Nel giorno deputato ad avviare nuovi negoziati in video conferenza fra Russia e Ucraina per favorire il cessate il fuoco, le delegazioni dei due Paesi hanno optato per una «pausa tecnica» che dovrebbe far slittare a oggi il vertice. Nel frattempo gli Stati Uniti lanciano l’allarme: la Cina sarebbe pronta a inviare armi a Mosca per supportare l’invasione. Per il momento Pechino ha smentito le voci – diffuse dal quotidiano “Financial Times” dopo il vertice a Roma fra il consigliere alla Sicurezza nazionale americano Sullivan e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Yang Jiechi – ma lo stato di allerta cresce quando sono già passati circa venti giorni dall’inizio delle ostilità.

Nel frattempo l’aggressione russa prosegue senza sosta. Ieri un bombardamento ha colpito un centro di produzione di aeromobili Antonov e una zona residenziale di Kiev. Mentre è morta la donna incinta rimasta ferita nell’attacco a un ospedale di Mariupol. Le forze russe hanno inoltre bloccato un convoglio umanitario diretto proprio a Mariupol per la seconda volta in ventiquattro ore.
L’escalation ha portato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a chiedere nuovamente alla Nato la no fly zone sul suo Paese: «Se non chiudete i nostri cieli, è solo questione di tempo quando i missili russi cadranno sul vostro territorio, sul territorio della Nato, sulle case dei cittadini della Nato».
Gli Stati Occidentali per adesso cercano di accerchiare la Russia dal punto di vista economico. Arriva infatti un quarto pacchetto di sanzioni europee contro Mosca. La presidenza di turno francese non ha dettagliato il pacchetto, ma via Twitter ha anticipato che seguirà la decisione americana di revocare al Cremlino la clausola di nazione favorita dal punto di vista commerciale, che implica agevolazioni sulle tariffe dell’import-export. Sarebbe quindi pronto un bando sui metalli russi, un divieto all’export di beni di lusso (incluse le auto di valore superiore a 50mila euro) e lo stop agli investimenti nelle compagnie petrolifere e nel settore energetico. Anche la lista degli oligarchi sanzionati dovrebbe ampliarsi, includendo il proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, già colpito dal Regno Unito.

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