Prima dell’inizio del terzo round di colloqui tra le delegazioni russe e ucraine nelle sale del Palazzo Ciragan di Istanbul, lo ha ribadito in un discorso sulla televisione di stato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan: «L’obiettivo finale è ovviamente un cessate il fuoco che costruisca la strada per la pace». Dopo oltre sette settimane dall’ultimo incontro del 2 giugno i negoziatori di Kiev e Mosca sono tornati a parlarsi di persona nella terza tornata delle trattative. Colloqui che secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbero aprire la strada a un vertice con Putin che suggelli la pace. «Un lavoro complesso» aveva avvisato in partenza il Cremlino alla vigilia dell’incontro, aggiungendo di non aspettarsi miracoli. «I rappresentanti dell’Ucraina insisteranno ancora una volta sulla necessità di un urgente e completo cessate il fuoco», ha scritto Zelensky su X poco prima dell’inizio delle trattative. Una tregua che, secondo Mosca, però, non potrà essere raggiunta senza un accordo complesso su una soluzione di pace duratura.
L’incontro a Istanbul
La delegazione ucraina era guidata dall’ex ministro della Difesa, Rustem Umerov, è arrivata a Istanbul dopo che il capo di gabinetto della presidenza di Kiev, Andrey Yermak, aveva avuto un incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Un colloquio durante il quale si è discusso della possibilità di un’ulteriore cooperazione nella difesa tra Ucraina e Turchia.
Un’intesa difficile
L’incontro tra le delegazioni russa e ucraina è stato preceduto da un colloquio ristretto a tre tra il ministro turco Fidan, Umerov e il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky. Alla vigilia dei colloqui, Zelensky aveva detto che «l’Ucraina è pronta a lavorare nel modo più produttivo possibile» per arrivare alla pace e per «preparare un incontro dei leader per la vera fine di questa guerra». Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato invece che, dopo gli scambi di prigionieri concordati nelle due precedenti tornate, quella odierna doveva servire proprio ad avviare il lavoro per «la preparazione dell’incontro al vertice». Un lavoro, come già detto, che Mosca considera ancora complesso e che deve passare attraverso la ricerca di punti comuni tra i memoranda preparati dalle due parti con le rispettive proposte di pace. «Nessuno si aspetta una strada facile», ha affermato ancora Peskov.
I combattimenti sul campo
Intanto, sul campo non sembra fermarsi l’avanzata delle forze russe. Secondo il ministero della Difesa hanno conquistato un altro villaggio, Varachino, nella regione settentrionale ucraina di Sumy. Per le autorità ucraine, invece, le perdite russe dall’inizio del conflitto avrebbero superato il milione di soldati, due civili sono stati uccisi e altri 30 feriti in raid russi nelle ultime 24 ore sulla stessa regione di Sumy e su quella di Kherson, nel sud del Paese.