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Ius Scholae, Tajani rilancia: «Serve integrazione». Ma per la Lega «non passerà mai»

Al Forum in Masseria 2025, il ministro degli Esteri Antonio Tajani riapre il dibattito sullo Ius Scholae, dichiarando di voler «convincere alleati e cittadini» e ribadendo che «non è il colore della pelle a rendere italiani» e che «la paura è un segno di debolezza».

Aggiunge che «non c’è alcun pericolo di invasione islamica nelle scuole» e difende l’identità culturale italiana. «Togliere il crocifisso – spiega – ci rende deboli, non forti». Tajani sottolinea inoltre la necessità di più italiani anche per ragioni economiche e lavorative. «Abbiamo bisogno di manodopera straniera per le nostre imprese». Tuttavia, sulla durata del percorso scolastico richiesto, si mostra fermo. «Il PD propone 5 anni, ma per noi o 10 anni o nulla. Nessun accordo al ribasso».

Netta la replica della Lega. «La riforma non passerà mai. Non è nel programma di centrodestra, è stata bocciata anche dal referendum promosso dalla sinistra». Subito la risposta del vicepremier: «Il referendum ci ha dato ragione: quella proposta era sbagliata. Ma il tema fa parte del programma quando si parla di integrazione economica e sociale dei migranti regolari».

Tajani assicura che non intende mettere in difficoltà il governo ma insiste sull’importanza di affrontare il tema. Dall’opposizione, Giuseppe Conte (M5S) rilancia: «Lo Ius Scholae lo abbiamo proposto noi per primi. Tajani sia conseguente: noi ci siamo, ma basta teatrino estivo».

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