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Ius scholae, i dubbi dell’opposizione sull’apertura di FI. Tajani: «Proposta depositata da tempo»

Le opposizioni al governo di centrodestra “non possono credere” alla proposta del ministro degli esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, sullo “ius scholae” che dovrebbe concedere la cittadinanza italiana a quei ragazzi migranti o figli di migranti regolari dopo dieci anni di studio in Italia. Tanto che il giorno dopo l’apertura del leader azzurro «a quanti vogliano sostenere la proposta in Parlamento» viene considerata un bluff.

I dubbi

Anzi, per Riccardo Magi, leader di +Europa, è ritenuta «ius solae», latinizzando un’espressione romanesca per dire che si tratta di un “imbroglio”: «il problema è che c’è subito il muro di sbarramento dei suoi alleati, ma in questo modo Forza Italia prende in giro migliaia di ragazze e di ragazzi che attendono una vera riforma. Noi che siamo stati promotori del referendum sulla cittadinanza siamo disposti a discutere e anche a votare qualsiasi proposta purché sia migliorativa della normativa vigente. Anche se quella di Fi ci sembra più restrittiva». Stesso giudizio che arriva da Italia Viva con Raffaella Paita, la quale annota che «In realtà Fi, lo ius scholae non lo vuole fare. Lo dicono, ma a chiacchiere. Non fanno sul serio, perché hanno paura della reazione di Giorgia Meloni e della tenuta della maggioranza. Se facessero sul serio noi saremmo disposti a dare una mano». Stessa richiesta “di serietà” che giunge dal Pd.

L’apertura

Pierfrancesco Majorino, responsabile delle politiche migratorie nella segreteria dem, precisa che «la proposta forzista è un passo avanti, ma parziale. Essendoci di mezzo la vita delle persone, siamo pronti a discuterne. A volte si ha l’impressione che il diritto alla cittadinanza sia utilizzato più per agitare il centrodestra, che per una effettiva volontà di portarlo avanti. Il nostro obiettivo è di far sì che si facciano passi avanti, è un tema troppo importante per non spendere le nostre energie. Trova la proposta “positiva”, invece, Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, vicepresidente di Anci, l’associazione dei comuni italiani, ed esponente del Pd e del centrosinistra: «Non posso far altro che registrare con grande favore l’apertura che ha dato Fi su un tema estremamente rilevante per il futuro del nostro Paese – annota il primo cittadino del capoluogo piemontese -ho molto apprezzato questa apertura e soprattutto il fatto che Fi abbia detto che su questo tema si apre un confronto in Parlamento fuori da quelli che sono gli schieramenti del centrosinistra e del centrodestra e auspico che questo possa produrre un effetto pratico».

Il muro

Dal centrodestra, invece, Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, puntualizza che «forzature non servono, sono addirittura controproducenti e rischiano di dividere la coalizione. Noi siamo disponibili a discuterne con gli alleati, ma ricordiamoci innanzitutto l’esito del referendum sulla cittadinanza». Un tentativo per smorzare soprattutto l’irritazione della Lega che non ha per nulla digerito l’eventualità di poter portare avanti il provvedimento fuori dallo schema di maggioranza e con i voti in Parlamento di alcune forze di opposizione. Un’eventualità esclusa, tuttavia, dallo stesso Tajani che dopo le polemiche ha smorzato i toni affermando che «è una nostra proposta, depositata in Parlamento da tempo. Tuttavia – aggiunge il leader dei berlusconiani – la priorità è la riforma della giustizia che per noi è la riforma delle riforme» precisa il vicepremier con l’evidente obiettivo di ammorbidire una polemica che ha assunto toni infuocati come la canicola di questi giorni.

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