Stando ai dati dell’Istat il mercato del lavoro sembrerebbe ancora in una fase di crescita. Ne è convinta anche la ministra del Lavoro, Marina Calderone che, alla luce del report pubblicato dall’Istituto di statistica, ha criticato quelle che ha definito «narrazioni fantasiose» avanzate dalle opposizioni. «Abbiamo raggiunto il record di occupati in Italia, abbiamo un tasso di disoccupazione nella media europea, ma possiamo e dobbiamo fare di più», ha affermato la ministra.
Occupati e disoccupati
Nel 2024, il numero di occupati in Italia è aumentato di 352mila unità, segnando un incremento di 1,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Un dato positivo che va ad affiancarsi a quello dei disoccupati, scesi quasi del 15% rispetto al 2023, ma anche a quello degli inattivi tra i 15 e 64 anni, in leggerissimo aumento (+0,5%). Il tasso di occupazione ha registrato un aumento importante del 62,2%, mentre quello di disoccupazione è sceso di oltre un punto percentuale, assestandosi al 6,5%. In particolare, tornando al dato sugli occupati, nel report sono segnati anche i motivi alla base dell’aumento in termini numerici: la crescita del lavoro a tempo indeterminato (+3,3%), il calo di quello determinato (-6,8%) e infine il leggero aumento degli indipendenti (+0,3%). I settori in cui si sono registrati i maggiori aumenti sono quello metalmeccanico (+6,4%), legno, carta e stampa (+5,3%) e alimentare (+5,1%).
Giovani, donne e Sud
Andando ad analizzare i dati specifici del quarto e ultimo trimestre dello scorso anno c’è stata una sostanziale stabilità rispetto al periodo precedente, grazie alla crescita del lavoro stabile. Il tasso di occupazione per gli uomini risulta in aumento, mentre si riduce ancora per le donne. Incrementi si registrano anche nel Mezzogiorno e tra gli over 50, mentre in calo le occupazioni per i giovani tra 15 e 34 anni.
«L’occupazione di qualità e di lavoro al Sud, in particolar modo quella femminile sono le nostre priorità – ha affermato ancora la ministra Calderone – Il governo Meloni ha da sempre affrontato con successo le due principali criticità del mondo del lavoro in Italia: la precarietà e il Mezzogiorno». Anche Confesercenti ha detto la sua sui dati, confermando il trend positivo, ma segnalando anche alcuni segnali che definisce preoccupanti «a partire dall’evidente rallentamento delle ore di lavoro nell’ultimo trimestre e dall’aumento della componente contributiva del costo del lavoro, che continua a crescere più velocemente di quella retributiva».