Sia Gaza che Israele si preparano ad attuare quanto concordato nell’accordo di tregua. Nonostante i ritardi, il cessate il fuoco è attualmente programmato per entrare in vigore domenica con i primi ostaggi liberi. Il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il suo ok. Otto i ministri che hanno votato contro il via libera insieme ai membri del governo dell’estrema destra. Una tregua che arriva dopo 15 mesi di assedio e bombardamenti da parte delle forze israeliane in seguito agli attacchi dei gruppi armati palestinesi in Israele il 7 ottobre 2023.
I numeri
Nella prima fase dell’accordo saranno rilasciati 1.904 detenuti palestinesi – accusati di incitamento, vandalismo, attività terroristiche, tentato omicidio o lancio di pietre o molotov – contro 33 ostaggi dello Stato ebraico. Israele ha reso note le identità dei primi 95 detenuti palestinesi che potrebbero lasciare le celle israeliane. Si tratta di 25 uomini, tutti di età inferiore ai 21 anni, e di 70 donne. I più giovani hanno 16 anni.
I media riportano che il numero include circa 300 ergastolani, 1000 arrestati a Gaza dall’inizio della guerra e 47 che sono stati riarrestati dopo essere stati inizialmente scarcerati in seguito all’accordo nel 2011 per la liberazione del caporale israeliano Gilad Shalit.
Si torna a combattere nel caso di fallimento del rilascio di tutti gli ostaggi
Nel caso dovesse fallire la fase due che prevede il rilascio di tutti gli ostaggi e il ritiro completo dell’forze di difesa israeliane, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha infatti avvertito che l’esercito tornerà a combattere con il supporto degli Stati Uniti. Intanto l’Autorità nazionale Palestinese si è fatta avanti e si è detta pronta a assumersi «la piena responsabilità della Striscia di Gaza una volta entrato in vigore il cessate il fuoco».
Il Servizio carcerario dello Stato ebraico ha affermato che effettuerà il trasporto dei prigionieri al posto del Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), che ne era stato responsabile durante le precedenti brevi tregue, per evitare “manifestazioni pubbliche di gioia”.
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