La vicenda che coinvolge l’azienda ittica di Ancona, al centro di un’indagine relativa al caso di Roberta Favellara, si arricchisce di un nuovo elemento. Un ex dipendente, deceduto, aveva precedentemente segnalato pratiche di sostituzione delle etichette con le date di scadenza. La rivelazione è stata resa nota dalla vedova dell’uomo, in un’intervista al Resto del Carlino.
Secondo quanto riferito dalla donna, il marito aveva notato che all’interno dell’azienda si utilizzava un asciugacapelli per rimuovere e sostituire le etichette indicanti la data di scadenza dei prodotti.
La donna ha riferito che al marito era stato detto che questa pratica rientrava in un accordo aziendale, pur esprimendo lui dei dubbi al riguardo.
Questo elemento emerge nel contesto dell’indagine condotta dalla magistratura, che ha richiesto il rinvio a giudizio del legale rappresentante dell’azienda per lesioni colpose gravi e commercio di sostanze alimentari nocive, in relazione al caso di Roberta Favellara, la donna che aveva subito gravi danni alla salute dopo aver consumato salmone contaminato dal batterio Listeria.
La vedova ha dichiarato che, alla lettura dell’articolo relativo al rinvio a giudizio, lei e suo figlio hanno provato forte commozione, poiché quanto riportato corrispondeva alle segnalazioni fatte dal marito.
L’inchiesta sulla contaminazione del salmone potrebbe ora estendersi, con l’obiettivo di verificare le segnalazioni relative alla manipolazione delle scadenze e le condizioni di gestione dei prodotti all’interno dell’azienda.