Dopo tre anni al Ministero delle Imprese, il bilancio di Adolfo Urso è segnato da criticità: l’ex Ilva di Taranto resta senza soluzione, la moda e l’automotive registrano forti cali di fatturato e il piano di incentivi Transizione 5.0 è fermo.
Secondo Domani, su 6,3 miliardi disponibili, solo 1,5 miliardi sono stati prenotati e appena 152 milioni spesi, a causa di burocrazia e norme complesse che scoraggiano le richieste. Restano inutilizzati 4 miliardi a pochi mesi dalla scadenza.
Anche iniziative come il “carrello tricolore” anti-inflazione sono state abbandonate. Sul fronte interno, il ministero è attraversato da un turn over continuo: dimissioni e sostituzioni nello staff, assenza di un portavoce e tensioni nella gestione della comunicazione.
Urso ha dovuto affrontare anche scontri con sindacati e aziende in crisi, mentre la produzione industriale e il PIL 2025 mostrano segni di rallentamento. Il quadro complessivo è di un’azione industriale debole e frammentata, incapace finora di incidere sulle grandi vertenze e di sfruttare pienamente le risorse disponibili.