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Inchieste urbanistica a Milano, il sindaco Sala in Consiglio: «Se c’è maggioranza ci sono anche io»

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, anche dopo l'indagine a sua carico nelle inchieste sull’urbanistica andrà avanti. E dopo giorni bui di riflessione, sofferenza, dubbi, rilancia l’azione politica sua e della giunta per la città di Milano, come gli ha chiesto anche il Pd, il partito di maggioranza relativa che lo sostiene. Fa invece un…
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Sindaco Giuseppe Sala alla Seduta del Consiglio Comunale - Milano, 21 Luglio 2025 (Foto Claudio Furlan/Lapresse) City Council meeting - Milan, July 21, 2025 (Photo Claudio Furlan/Lapresse)

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, anche dopo l’indagine a sua carico nelle inchieste sull’urbanistica andrà avanti. E dopo giorni bui di riflessione, sofferenza, dubbi, rilancia l’azione politica sua e della giunta per la città di Milano, come gli ha chiesto anche il Pd, il partito di maggioranza relativa che lo sostiene. Fa invece un passo indietro, come atteso, l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune Giancarlo Tancredi, per cui la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari. Per lui domani ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. Le prime parole, attesissime, del sindaco davanti all’aula del Consiglio comunale sono state di difesa della sua integrità morale per il lavoro portato avanti sempre nell’interesse della città: «in tutto ciò che ho compiuto nel mio mestiere di sindaco – rivendica – non esiste una singola azione che possa essere attribuita a un mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite». Non vuole dare giudizi Sala sull’operato della magistratura, ma nel discorso ripercorre le accuse che gli vengono rivolte, punto per punto, rigettandole e puntualizzando ancora una volta che ha saputo di essere indagato dai giornali.

Le contestazioni

Mentre il primo cittadino parla, fuori da Palazzo Marino sono andate in scena le proteste, anche con momenti di tensione con le forze dell’ordine, di Cambiare rotta, Potere al popolo, Rifondazione comunista per chiedere le dimissioni della giunta. Momenti di tensione non sono mancati nemmeno in aula con un botta e risposta tra Sala e il consigliere di Fratelli d’Italia, Enrico Marcora, che alcuni giorni fa aveva postato una foto del sindaco in divisa da carcerato e con la palla al piede: «per contribuire ad amplificare la sua fama ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito – spiega Sala -, nella fattispecie al Presidente del Consiglio e al Presidente del Senato».

La replica del consigliere, «lei è un piccolo sindaco». Urbanistica, piano straordinario per la casa, trasporto pubblico, verde, cura della città sono i punti su cui il sindaco fonda il rilancio, senza dimenticare la partita delle partite, quella della vendita dello stadio di San Siro e della aree a Inter e Milan, su cui c’è l’accordo con il Pd. L’operazione non si farà più entro la fine di luglio, ma slitta a settembre con l’obiettivo però di rispettare i tempi, perché il 10 novembre scatta il vincolo sul secondo anello e da quel momento il Meazza non si potrà più abbattere. «Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c’è, e c’è coraggiosamente, io ci sono – rivendica Sala -. Io ci sono con tutta la passione, con tutta la voglia, con tutto l’amore per questa città di cui sono capace».

«Apriamo una fase nuova e non vivacchiamo», rimarca il Pd in aula. La giunta va avanti però senza l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, che prima da dirigente del Comune e poi da membro della giunta ha seguito tutte le più importanti operazioni dell’Urbanistica in città.

«La mia coscienza è pulita – spiega l’assessore in aula commosso, dopo avere ricevuto gli abbracci dei colleghi di giunta -. Questo mio gesto spero sia di aiuto per una maggiore serenità, e per giungere il prima possibile ad una dimensione di chiarezza e giustizia». Per lui le dimissioni sono una decisione sofferta a cui si aggiunge la delusione e lo sconforto per la posizione «di alcune forze di maggioranza», cioè il Pd, che si è limitato «a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto». Tancredi è il secondo esponente della giunta che si dimette in pochi mesi per le inchieste sull’urbanistica. Prima di lui aveva lasciato, anche se non indagato, l’assessore alla Casa Guido Bardelli.

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