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Inchiesta urbanistica, ora Boeri rompe il silenzio: «Una campagna denigratoria»

Mentre continuano a rincorrersi quotidianamente sugli organi di stampa le notizie relative all’inchiesta sull’urbanistica a Milano, e si è in attesa della decisione del gip Mattia Fiorentini sulle misure cautelari richieste dai pm nei confronti, tra gli altri, di Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni e l’ex assessore Giancarlo Tancredi, un altro degli indagati illustri decide di…
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Mentre continuano a rincorrersi quotidianamente sugli organi di stampa le notizie relative all’inchiesta sull’urbanistica a Milano, e si è in attesa della decisione del gip Mattia Fiorentini sulle misure cautelari richieste dai pm nei confronti, tra gli altri, di Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni e l’ex assessore Giancarlo Tancredi, un altro degli indagati illustri decide di rompere il silenzio.

L’archistar e presidente della Triennale Stefano Boeri, ha infatti affidato ai social un lungo sfogo per difendersi da quella che considera una «violenta campagna diffamatoria dovuta in particolare alla diffusione di una serie di frammenti decontestualizzati di miei messaggi privati, trasmessi agli organi di informazione prima che ai miei legali e al sottoscritto. Una situazione incresciosa, non nuova in Italia sull’onda di un processo mediatico trasforma in colpevole chi, come nel mio caso, è semplicemente coinvolto in un’indagine preliminare».

Il modello Milano

Una campagna anche contro il modello Milano che lui difende. Boeri spiega che quei messaggi in chat con il sindaco Sala sono stati “montati” in modo pretestuoso, «senza alcun riferimento al contesto in cui erano stati formulati, così da suggerire un’immagine totalmente distorta della mia vita professionale e della mia storia privata». E quindi il “warning” che aveva fatto al sindaco «non era una minaccia, ma un vivo allarme per l’operato della Commissione Paesaggio del Comune, che continuava a bocciare il progetto della nostra Torre Botanica adducendo ragioni che non avevano nulla a che vedere con i compiti attribuiti alla Commissione stessa».

Impropri montaggi di frammenti di frasi, «estrapolati da conversazioni private che hanno leso in maniera profonda la mia reputazione pubblica e danneggiato la reputazione professionale del mio studio e dei miei collaboratori». Boeri ricorda quanto non ha potuto fare a Milano (il metrobosco, i giardini della biodiversità all’ex ippodromo di San Siro) ma anche quanto ha realizzato dal bosco verticale al museo per la Pietà Rondanini che ha voluto al Castello sforzesco quando era assessore alla Cultura. E difende il modello Milano scagliandosi contro la «formidabile campagna denigratoria nei confronti di una città che, se oggi vive un periodo di difficile transizione è perché ha saputo candidarsi tra le metropoli internazionali attrattive».

Le carte dell’inchiesta


Intanto continuano a emergere dettagli dalle carte dell’inchiesta. Andare di corsa, per arrivare a chiudere “accordi di programma” o di “partenariato pubblico-privato” e portare avanti progetti immobiliari “giustificati con quote”. Pareva essere l’imperativo categorico a leggere le chat di Giuseppe Marinoni, che per i pm di Milano, da un lato, era al vertice della Commissione paesaggio, organismo “centrale” nel sistema “deviato” dell’urbanistica, e dall’altro si muoveva come un “procacciatore di affari”, sempre “in sintonia” con l’allora assessore Giancarlo Tancredi.

«Ottima la procedura sul villaggio olimpico si muova in fretta… lunedì alle 15 per me va bene… ci vediamo in Coima», scriveva Marinoni su WhatsApp, come risulta da una delle informative del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Messaggio inviato il 29 settembre 2022 a un manager di Coima, creatura dello sviluppatore immobiliare Manfredi Catella che, come Marinoni e Tancredi, rischia l’arresto.

Oltre alle chat tra Marinoni e Catella, che ha respinto le accuse di corruzione e induzione indebita, e tra il primo e un manager Coima, nelle annotazioni gli investigatori, coordinati dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, hanno ricostruito l’agenda digitale e gli incontri del numero uno della Commissione.

I movimenti

Tra marzo 2022 e novembre 2024, si contano almeno 25 riferimenti a incontri, call, riunioni o promemoria su interventi della società che ha cambiato lo skyline di Milano. Si va da una “riunione” il 26 ottobre alla quale “hanno partecipato Marinoni e il manager con oggetto Coima Pirellino” a un’altra del 10 novembre alla presenza anche di Tancredi. Poi, una del marzo 2023 con “Tancredi, Marinoni, Catella” e “oggetto P39”, ossia Pirellino-Torre Botanica, “dopo parere contrario” della Commissione il 23 marzo.

Altri incontri vengono segnalati dalle Fiamme Gialle alla presenza, oltre che di Marinoni e Tancredi, dell’archistar Stefano Boeri, anche lui tra i 74 indagati. Infine, la data del 7 novembre 2024, giorno di perquisizioni della Gdf con al centro “conflitti di interesse e opacità” dentro la Commissione e il sequestro del telefono di Marinoni: compare l’ultimo “calendar” nell’agenda con scritto solo “Coima”.

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