Mamme sempre più sole e penalizzate. È allarmante il quadro che emerge dal decimo rapporto di Save The Children “Le equilibriste – La maternità in Italia 2025“, diffuso in prossimità della Festa della Mamma.
In Italia, le madri si trovano a fronteggiare crescenti difficoltà sia sul fronte lavorativo che sociale, con un divario occupazionale significativo rispetto ai padri e un elevato rischio di povertà, soprattutto per le madri single.
Il dato più rilevante evidenzia come nel 2024 il divario occupazionale tra padri e madri con almeno un figlio minore raggiunga quasi i 29 punti percentuali. Un ulteriore elemento di preoccupazione riguarda la condizione delle madri single tra i 25 e i 34 anni, di cui poco più della metà risulta occupata, collocandole tra le categorie più esposte al rischio di indigenza.
La fotografia del Paese in termini di supporto alla maternità, elaborata dall’Istat, delinea una marcata disparità territoriale. La Provincia autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Toscana si posizionano ai primi posti come regioni più “mother friendly”, mentre la Basilicata chiude la classifica, preceduta da Campania, Puglia e Calabria.
Il rapporto di Save The Children sottolinea inoltre il nuovo record negativo delle nascite registrato in Italia nel 2024, con soli 370mila nuovi nati, segnando una flessione del 2,6% rispetto all’anno precedente. Dato che si inserisce in un contesto in cui il divario salariale già esistente tra uomini e donne si acuisce con la maternità, fenomeno definito come “child penalty”.
Analizzando i tassi di occupazione, emerge chiaramente come la genitorialità influenzi in modo differente uomini e donne. Se il 91,5% dei padri risulta occupato (con percentuali simili sia per chi ha un figlio minore che per chi ne ha due o più), per le madri la situazione è diversa: a fronte di un 68,9% di donne senza figli occupate, la percentuale scende al 62,3% tra le madri.
In particolare, si osserva che mentre gli uomini con figli sono più presenti nel mercato del lavoro rispetto agli uomini senza figli, per le donne avere figli è spesso associato a una minore partecipazione lavorativa. Il 20% delle donne, infatti, smette di lavorare dopo la maternità.
Le madri single rappresentano una fascia ancora più vulnerabile. I nuclei monogenitoriali guidati da un solo genitore con figli hanno registrato un significativo aumento, passando da circa 2 milioni 650mila nel 2011 a oltre 3 milioni 800mila nel 2021, con un incremento del 44%. Di questi, la stragrande maggioranza (il 77,6%) è costituita da madri sole con i propri figli. Le stime indicano che nel 2043 le madri sole in Italia saranno circa 2,3 milioni, confermando una tendenza che le pone tra le tipologie familiari più a rischio di povertà nel Paese.