In Italia si consumano troppi antibiotici e in modo improprio. È l’allarme dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa) che denuncia picchi del 40% nei mesi invernali, presumibilmente usati come risposta ai virus influenzali e parainfluenzali, rispetto ai quali sono inefficaci. «Consumi in aumento anche in ambito ospedaliero, dove più che altrove circolano i batteri resistenti alle terapie antimicrobiche – precisa l’Aifa – l’Italia ha il record europeo di consumi degli antiacidi dello stomaco che alterando la flora batterica intestinale possono favorire la selezione di germi resistenti. E così il Drug Resistence Index (Dra), che combina in un’unica misura il consumo di antibiotici e la resistenza ai farmaci, aumenta nella maggior parte delle regioni per alcuni importanti microorganismi come Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae ed Enterococcus faecium, minacciando di mietere ancora più vittime rispetto ai 12mila decessi stimati in Italia dall’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie».
Il paragone con il passato
Nel 2023 il consumo complessivo di antibiotici per uso sistemico, pubblico e privato, è stato pari a 22,4 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, con un aumento del 5,4% rispetto al 2022 e una variazione ancor più elevata se si considerano solo gli antibiotici dispensati a livello territoriale (+6,3%). Eppure si è assistito a una diminuzione dei consumi di medicinali in assistenza convenzionata del 14,4% tra il 2013 e il 2019, al -23,6% nel biennio 2019-20 e al calo del 4% nel 2021. Anche il consumo di antibiotici per uso non sistemico, ossia locale, che è stato pari a 28 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, ha registrato un aumento del 4,3% rispetto al 2022.
I più piccoli
Dal 2022 al 2023 spiega l’Aifa «la percentuale di bambini e ragazzi fino a 13 anni che hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici per uso sistemico passa dal 33,7 al 40,9%, percentuale che è del 48% tra gli over 65, con un aumento dell’1,5% rispetto al 2022. In ambito pediatrico i dati mostrano una preferenza per molecole ad ampio spettro nelle Regioni del Centro e del Sud rispetto a quelle del Nord, indice di un problema di inappropriatezza prescrittiva che richiede interventi mirati – prosegue il report – nel confronto europeo il consumo complessivo di antibiotici a livello territoriale colloca l’Italia al settimo posto tra i Paesi con i maggiori consumi, con livelli superiori alla media europea di oltre il 15%.