La Corte suprema dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk ha condannato a morte, in primo grado, tre uomini che hanno combattuto con la legione straniera in Ucraina: sono i britannici Shaun Pinner e Aiden Aslin e il marocchino Saadoun Brahim, accusati di avere partecipato al conflitto come «mercenari» delle formazioni armate ucraine. Sulla tv russa si è acceso il dibattito sulle modalità dell’esecuzione da riservare ai tre condannati: «Gli si potrebbe sparare, potrebbero essere impiccati, squartati, rilasciati dietro riscatto».
Aiden Aslin, 28 anni, originario del Nottinghamshire, e Shaun Pinner, 48, del Bedfordshire, sono stati catturati dalle forze dell’Armata lo scorso aprile e imprigionati a Donetsk.
Le famiglie dei due ex militari britannici denunciano il processo come uno show condotto «in violazione della Convenzione di Ginevra» sui prigionieri di guerra, scrive il Guardian. L’ex ministro Tory Robert Jenrick, accusa le autorità russe di averne strumentalizzato «in modo completamente vergognoso» la cattura e di «oltraggio al diritto internazionale». Entrambi i britannici sono membri in servizio delle forze armate ucraine e il Regno Unito ha chiarito che sono da considerarsi come prigionieri di guerra che non dovrebbero essere perseguiti per aver preso parte alle ostilità. Quella pronunciata ieri dalla corte di Donetsk, non riconosciuta internazionalmente, è la sentenza di primo grado contro la quale gli imputati potranno fare appello. I “mercenari” britannici e marocchino condannati a morte dalla sedicente Repubblica Popolare del Donetsk hanno il diritto di chiedere la grazia. Lo ha affermato il tribunale dei separatisti filorussi, secondo quanto riporta la Tass. Il governo di Boris Johnson è «profondamente preoccupato» per la condanna a morte ai due “mercenari” britannici e a un commilitone marocchino. «Abbiamo ripetutamente detto che sono prigionieri di guerra, che non vanno strumentalizzati a scopi politici e che hanno diritto all’immunità in base alla Convenzione di Ginevra», ha commentato un portavoce di Downing Street. Non senza aggiungere che Londra continua a «lavorare con le autorità ucraine per garantire un trattamento da prigionieri di guerra a ogni cittadino britannico» arruolato fra le forze di Kiev.