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Ilaria e Sara morte a 22 anni, uccise per un semplice ‘no’: in aumento i femminicidi

Roma e Messina legate dal tragico destino due studentesse di 22 anni uccise da chi aveva avuto una relazione, nel caso di Ilaria Sula, o da chi provava un’ossessione malata nei suoi confronti, in quello di Sara Campanella. Mark Samson e Stefano Argentino, i loro due assassini, hanno confessato il loro crimine e, come se…
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Roma e Messina legate dal tragico destino due studentesse di 22 anni uccise da chi aveva avuto una relazione, nel caso di Ilaria Sula, o da chi provava un’ossessione malata nei suoi confronti, in quello di Sara Campanella. Mark Samson e Stefano Argentino, i loro due assassini, hanno confessato il loro crimine e, come se le coincidenze ancora non bastassero, devono ancora fare chiarezza totale sulla dinamica che li ha portati a uccidere le due ragazze. Questi ultimi due femminicidi si vanno a sommare agli altri otto che sono avvenuti in questi primi quattro mesi del 2025, di cui cinque negli ultimi trenta giorni. L’appello è uno solo: bisogna intervenire prima, educando i giovani ad esprimersi senza cadere nella violenza e punendo i trasgressori con pene severe e leggi che possano aiutare e tutelare le vittime e il loro prossimi.

Ilaria Sula trovata morta in una valigia: uccisa in casa dell’ex

Ha confessato il delitto di Ilaria Sula, studentessa 22enne che frequentava l’università “La Sapienza” a Roma, Mark Samson, l’ex fidanzato 24 enne di origini filippine che è crollato dopo essere stato sotto torchio del pubblico ministero per diverse ore. «Mi dispiace per quello che ho fatto». È stato lui stesso a indicare agli inquirenti il dirupo di cinquanta metri nel quale aveva abbandonato la valigia con dentro il corpo della ragazza nel comune di Capranica Prenestina, nella zona dei Monti Prenestini. Samson ha raccontato anche di essersi liberato del cellulare della vittima, facendolo cadere in un tombino, non prima di averlo usato al posto della ragazza per depistare le ricerche. Le accuse nei suoi confronti sarebbero di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Da verificare, dopo aver individuato il movente. se fosse stato anche pianificato in precedenza.

La scomparsa

Ilaria Sula è scomparsa la sera del 25 marzo scorso quando aveva lasciato l’appartamento che condivideva con altri studenti. Lei e i coinquilini si sarebbero poi scambiati messaggi per qualche altra ora poi si sarebbero perse le tracce sino al ritrovamento del cadavere. Grazie alla confessione del presunto omicida, incastrato dai tabulati telefonici, e alle ricostruzioni degli inquirenti è possibile ricostruire le ultime ore di vita della studentessa ternana. Dopo essere uscita di casa si sarebbe incontrata nella casa dei genitori dell’ex fidanzato, un appartamento di via Homs, nel quartiere Africano della capitale, con l’ex ragazzo che l’avrebbe pugnalata più volte (con i genitori di lui in casa), si sarebbe liberato subito del cadavere, caricandolo in auto, e gettando il coltello in un cassonetto del quartiere “Montesacro”. Poi avrebbe tenuto con se il cellulare della ragazza per postare sui social storie, spacciandosi per lei, e per far apparire che fosse ancora viva. In questo spaccato inquietante si inseriscono le dichiarazioni del fratello minore di Ilaria, Leon, che racconta come si siano visti per l’ultima volta due settimane fa «Ho parlato con Ilaria l’ultima volta due settimane fa perché era venuta a trovarci a Terni – ricorda – Era tranquilla e non mi ha parlato di problemi. Poi solo messaggi, ma non sono sicuro che li abbia scritti lei».

Chi era il suo ex

Le forze dell’ordine sono a lavoro proprio nell’appartamento nel quartiere Africano dove la studentessa ha vissuto gli ultimi attimi di vita per cercare di cogliere indizi e prove utili a ricostruire l’intera vicenda e ad avvalorare il racconto di Mark Samson che nel quartiere tutto descrivono come sorridente e gentile. Il ragazzo si divideva tra gli studi universitari di Architettura e il lavoro part time al “Mc Donald’s”. «Lui lo conoscevo – racconta il fratello di Ilaria – sono stati un anno insieme ma si erano lasciati».

Dall’università

«È con immenso sgomento e dolore che apprendiamo della tragica morte di Ilaria Sula, studentessa della nostra Università. A nome di tutta la comunità della “Sapienza” ci stringiamo alla famiglia a cui desidero far arrivare il mio abbraccio e quello di tutto l’Ateneo. Un’altra donna vittima di violenza omicida, una giovane vita spezzata. Non possiamo più assistere inerti a episodi di femminicidio. Il contrasto alla violenza di genere deve coinvolgere in uno sforzo incessante tutte le istituzioni». Così in una nota la Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, che ha partecipato al momento di raccoglimento che si è tenuto ieri pomeriggio.

Convalidato il fermo per l’assassino di Sara Campanella

Le immagini estrapolate da una telecamera a circuito chiuso di un distributore di benzina riportano in sovraimpressione la data di lunedì 31 marzo, ore 17.15. La vittima, Sara Campanella, e il suo aggressore, Stefano Argentino, camminano fianco a fianco per un breve tratto di strada che conduce allo stadio “Gazzi”. Poi l’inquadratura li perde per qualche istante perché passano dietro un cartellone pubblicitario, per poi essere inquadrati nuovamente qualche metro più avanti. Questa volta però la studentessa è avanti, mentre il ragazzo segue a pochi centimetri di distanza. Il suo corpo ha un’andatura più rigida, tesa e in mano sembra stringere qualcosa. Afferra alle spalle la ragazza che prova a divincolarsi, ma sappiamo (a priori) che è uno sforzo del tutto vano.

La prova del delitto

Sono questi gli ultimi istanti di vita della studentessa siciliana, uccisa dal suo stalker che non aveva accettato l’ennesimo rifiuto, tramite due fendenti al collo. Il gip ha confermato il fermo per il 26enne originario di Noto che durante l’interrogatorio di garanzia ha spiegato che è stata l’ultima discussione ha fatto scatenare l’aggressione, ma al magistrato non ha fornito particolari su cosa sia stato detto (facendo dubitare quindi che sia stato quello il vero movente). Manca ancora l’arma del delitto, di cui non ha ancora fornito il luogo in cui l’ha abbandonata. «Era lucido, ma molto frastornato dalla vicenda – ha detto l’avvocato Raffaele Leone, legale del 26enne. «Dopo il delitto è andato nel posto più ovvio, una casa dei suoi». A questo punto gli inquirenti però ipotizzano che sia stato qualcuno ad aiutarlo a raggiungere l’appartamento dei genitori. «Ha ammesso i fatti che gli vengono contestati, ha confessato. Argentino ha risposto a qualche domanda, ma non ha spiegato cosa lo ha spinto ad aggredire la ragazza. Si è certo reso conto della gravità dei fatti, è estremamente prostrato. Non so dire se è pentito – ha aggiunto l’avvocato al termine dell’interrogatorio di garanzia – È molto chiuso». I magistrati hanno restituito un profilo piuttosto netto: «efferato e crudele». Intanto domani sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Sara Campanella al Policlinico di Messina. La Procura ha disposto l’esame autoptico per accertare la causa di morte della giovane anche se è molto probabile che sia morta per le ferite riportate dai fendenti al collo.

Le analogie

«Il caso di Ilaria Sula e quello di Sara Campanella presentano moltissime analogie fra loro, e con la morte di Giulia Cecchettin: tutte studentesse, tutte di 22 anni, tutte uccise dal proprio ex fidanzato. Tutte assassinate al momento del loro ultimo appuntamento con il loro carnefice. E il femminicidio è solo l’ultimo atto di un continuum di violenze dove c’è già stato forte il richiamo e la richiesta di aiuto – spiega Laura Todaro, criminologa clinica e psicopatologa – nel caso di Campanella quello che emerge sopra ogni cosa è l’efferatezza della sua morte. Dobbiamo assolutamente portare al più presto in Parlamento nuovi strumenti, abbiamo bisogno di normative molto più severe per non arrivare al punto di dover parlare di altri delitti; dobbiamo assolutamente puntare sulla prevenzione».

Dallo scorso 8 marzo cinque persone uccise da partner o familiari

I dati ufficiali del ministero dell’Interno alla vigilia della Giornata Internazionale della donna registravano sei femminicidi nei primi 2 mesi del 2025, in calo del 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma dall’8 marzo al 2 aprile, in poco più di tre settimane, la lista si è allungata: altre 5 donne sono state uccise da compagni, mariti o pretendenti, strangolate o accoltellate, come le ultime due giovanissime universitarie.

Gli altri casi

Il 13 marzo la 56enne Sabrina Baldini Paleni, operatrice sanitaria in una rsa del Lodigiano, è stata strozzata in casa a Chignolo Po dal compagno Franco Pettineo, autista e fratello del precedente marito della donna. L’uomo ha confessato il delitto. Sembra che la donna avrebbe avuto da tempo intenzione di lasciare il compagno. Otto giorni dopo, il 21 marzo a Napoli, Ivan Chornenhyy ha ucciso la moglie 46enne Ruslana Chornenka, colpendola con un corpo contundente e poi si è tolto la vita impiccandosi nel bagno dell’abitazione. La coppia di coniugi ucraini è stata scoperta nella loro casa di via Don Bosco dalla figlia 17enne. Il 26 marzo è Spoleto il teatro dell’ennesimo femminicidio: la 36enne Laura Papadia è stata strangolata in un appartamento nel centro della cittadina dal marito Nicola Gianluca Romita, agente di commercio di 47 anni. Uno dei motivi di dissidio tra i coniugi è che lei avrebbe voluto un figlio e lui no, visto che da precedenti relazioni ne aveva già avuti due. Il marito della donna uccisa è stato bloccato nei pressi del ponte delle Torri di Spoleto dal quale minacciava di gettarsi nel vuoto. E si arriva così al 31 marzo quando Sara Campanella, studentessa 22enne di Misilmeri, viene uccisa in strada da una coltellata alla giugulare sferrata dal 27enne Stefano Argentino, anche lui studente universitario. Il giovane si era allontanato in auto dopo l’omicidio, ma la sua fuga è durata poche ore. La vittima subiva da due anni le attenzioni moleste di Stefano, che non si rassegnava a essere respinto. Nel 2024, dei 321 omicidi commessi in tutt’Italia, secondo il ministero dell’Interno, 113 hanno riguardato donne. Di queste, 61 sono state uccise da partner o ex e 38 in ambito familiare o affettivo. Le restanti 14 in altri ambiti.

La riflessione

Quella di Ilaria è «l’ennesima giovane vita spezzata ci impone un silenzio carico di dolore, ma anche una riflessione profonda. Di fronte all’orrore del femminicidio, le sole norme, pur necessarie e doverosamente rafforzate dal governo e dal Parlamento anche negli ultimi mesi, non bastano. Serve un cambiamento culturale radicale, che coinvolga la società tutta, a partire dall’educazione e dai modelli relazionali». Commenta il sottosegretario di Stato al ministero dell’Economia e delle Finanze, Sandra Savino.


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