Il presidente Aic sui “calendari fitti” dei campionati professionistici: «Problema incancrenito»

In occasione del Gran Galà del Calcio 2024 il presidente dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori) Umberto Calcagno, intervistato da Sport Italia, ha commentato l’attuale situazione del crescente numero di partite a cui i giocatori professionisti devono partecipare lungo il corso dell’intera stagione: tra torneo e coppa nazionale, la riforma della Champions League, l’Europa League, il Mondiale per Club e gli impegni con le nazionali, inizia a non esserci più tempo per raccogliere le energie: «È un problema che si è incancrenito – ha commentato Calcagno – ne guadagna lo spettacolo, ma bisogna salvaguardare la salute dei nostri giocatori. Difficile pensare che il rendimento alla cinquantesima o sessantesima partita, sia lo stesso della venti o trentesima». Un tema su cui gli addetti ai lavori, dirigenti e calciatori, sono divisi da tempo. Eppure c’è qualcuno che racconta come in passato le rose erano meno folte, le sostituzioni erano di meno e non ci si sognava di lamentarsi. Dall’altro lato è anche vero che il numero maggiore di sostituzioni in gara (ora 5) non abbia portato gli effetti desiderati, visto il numero di infortuni sempre crescenti. «Anche dal punto di vista del marketing, rischiamo di vendere un prodotto che potrebbe perdere di qualità»

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