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Il magistrato dei bambini, Nicola Graziano: «Con il mio sorriso difenderò i loro diritti»

In passato è stato un magistrato atipico. Uno di quelli che si fanno internare in un ospedale psichiatrico-giudiziario per toccare con mano il dramma dei detenuti, che raccolgono fondi per gli animali del più grande zoo napoletano perché fallito, che si attirano le antipatie dei colleghi per la capacità di applicare la legge senza arroganza e col sorriso, concretizzando un modello di “giustizia gentile”. Oggi, con quello stesso sorriso e altrettanta fermezza, Nicola Graziano difende i diritti dei bambini nelle vesti di presidente del comitato italiano per l’Unicef. Anche se, come egli stesso ammette, la differenza non è poi molta: «Affermare il supremo interesse delle future generazioni significa osservare la Convenzione dell’Onu sull’infanzia e l’adolescenza e, prima ancora, la Costituzione italiana».

Il dramma di Gaza

Originario del Casertano, 57 anni, Graziano ha assunto l’incarico in un momento particolarmente difficile per bambini e adolescenti. Basta osservare ciò che sta succedendo nella Striscia di Gaza, dove da mesi le forze armate israeliane sterminano intere famiglie, impediscono l’arrivo di aiuti e bombardano persino gli istituti specializzati nella procreazione assistita attentando al futuro dell’umanità. «L’Unicef ha più volte denunciato il genocidio in corso e continuerà a farlo con tutta la forza di cui è capace – fa sapere Graziano – Il futuro dei giovani non può essere sacrificato sull’altare dell’economia o della politica». Ecco perché il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia è impegnato nella raccolta di fondi e in una campagna di comunicazione con l’obiettivo di scuotere le coscienze in relazione non solo al genocidio in corso a Gaza, ma a tutti i circa 50 focolai di guerra che sono sparsi per il mondo e minacciano vita e diritti dei più giovani.

I diritti in Italia

E in Italia? Certo, qui non è in atto alcuno sterminio. Ciò non toglie, però, che le prerogative dei più piccoli vengano talvolta disattese o, peggio ancora, ignorate. «Eppure tutti dovremmo agire nell’interesse dei minori – sottolinea Graziano – Ce lo impone non solo la Convenzione dell’Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche la Costituzione che oggi, all’articolo 9, parla espressamente di “interesse delle future generazioni”. E nella stessa prospettiva si muove l’articolo 41, quando fissa alcuni limiti all’iniziativa economica privata». In altre parole, qualsiasi legge o provvedimento dovrebbe avere come stella polare l’interesse dei minori. Per questo motivo l’Unicef ha avviato da tempo il percorso “Città amica dei bambini e degli adolescenti”, con l’obiettivo di aiutare le pubbliche amministrazioni a costruire comunità a misura dei più piccoli; l’ospedale amico, finalizzato a sostenere allattamento materno e pratiche di cura rispettose della madre e del neonato; il progetto “Diritti in Comune”, iniziativa volta a far sì che gli enti locali italiani promuovano la conoscenza e il rispetto dei giovani. «I diritti dei bambini e degli adolescenti devono tornare al centro del dibattito pubblico nazionale – sostiene Graziano – Se tanti minori manifestano male di vivere, problemi di salute fisica e mentale e persino tendenza al suicidio, vuol dire che dobbiamo tornare ai valori di solidarietà, inclusione e accettazione che oggi sembrano superati da egoismo, apparenza e sete di denaro. È il disequilibrio dei valori che espone i giovani a certi rischi».

La storia personale

Per centrare l’obiettivo, c’è da scommettere che Graziano farà leva sulle qualità che hanno contraddistinto la sua lunga carriera da magistrato ordinario prima e tributario poi, oggi al Consiglio di presidenza della giustizia tributaria: umanità, gentilezza, disponibilità all’ascolto. Sono queste doti che, nel 2014, spinsero l’allora giudice fallimentare del Tribunale di Napoli a fingersi responsabile di maltrattamenti in famiglia e a entrare in incognito nell’ospedale psichiatrico-giudiziario di Aversa per comprendere il dramma della detenzione in quelle strutture oggi dismesse. Da quell’esperienza nacque il libro “Matricola Zero Zero Uno”, poi diventato un’opera teatrale e un’opera lirica. «Il mio intento era gettare un ponte tra i reclusi e la società – racconta Graziano – In quelle strutture il tempo non passa mai, tre giorni sembrano trent’anni. Eppure, in quella umanità dolente, ho percepito un forte desiderio di affetto, reinserimento nella società, comprensione. Perché non essere compresi equivale a morire». Con lo stesso spirito Graziano, da magistrato, ha organizzato spettacoli e concerti per raccogliere i fondi necessari a mantenere gli animali dello zoo di Napoli e di Edenlandia, il grande parco di divertimento del quale aveva dovuto precedentemente dichiarare il fallimento e in cui ha voluto che rimanesse attiva una simbolica “ambasciata” dell’Unicef. Parallelamente, il “magistrato gentile” è rimasto in prima linea per i diritti dei bambini, prima come volontario, poi come membro del direttivo nazionale e infine oggi come presidente dell’Unicef nazionale: «Anni di magistratura mi hanno insegnato che la legge può essere applicata senza arroganza e autoritarismo, ma con umanità e sorriso – conclude Graziano – E lo stesso vale per la difesa dei diritti dei bambini, troppo spesso penalizzati da un mondo soffocato dall’arroganza e dall’incapacità di aprirsi alla gioia».

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