Il grido d’allarme dei medici in sciopero contro la manovra del Governo: «Affossata la sanità»

Hanno conserto le braccia, hanno scioperato medici e infermieri, garantendo come per legge solo i servizi essenziali e sono arrivano a punte di adesione che hanno sfiorato l’85% compresi gli esoneri previsti per legge, ad annunciarlo ieri è stato Pierino Di Silverio, segretario Anaao Assomed, Guido Quici, presidente Cimo-Fesmed, e Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up. «Un segnale importante – dicono i sindacati – che dovrebbe far riflettere sulle condizioni di lavoro inaccettabili negli ospedali e sulla condivisione delle ragioni della protesta». Ieri sono stati garantiti i servizi di Pronto Soccorso, quelli fondamentali nei nosocomi, ma visite programmate, esami diagnostici non prioritari sono stati rimandati. Circa un milione in tutta Italia sono le prestazioni saltate.

Che cosa lamentano

Ieri a Roma c’è stata la manifestazione vera e propria, con tanto di bandiere sventolanti e cartelli, anche se lo sciopero ha investito tutta Italia. Erano in tanti, tantissimi, lamentano l’assenza di risorse per l’immediata assunzione di personale; la mancanza di Presidi di Pubblica Sicurezza negli ospedali, la riforma rimandata delle cure ospedaliere e territoriali; la mancata contrattualizzazione degli specializzandi di area medica e sanitaria (pagati a 4 euro all’ora, meno di una donna per le pulizie). Inoltre vogliono l’ammissione ai benefici per il riconoscimento del lavoro usurante.

La bozza di testo della manovra finanziaria ha deluso tutti, dopo poche ore dalla manifestazione il ministro, Oreste Schillaci è corso ai ripari, affermando che lo sciopero è un diritto e che presto sarà convocato un tavolo con le sigle sindacali. Il punto è che la protesta di ieri non è solo per mere misure contrattuali, ma soprattutto è una denuncia per un sistema che appare ormai al collasso con poco personale, spesso preso di mira dalle aggressioni.

Per i vertici delle sigle sindacali dei medici e infermieri è vero che l’attuale governo ha stanziato più risorse in assoluto per il Fondo Sanitario Nazionale, «ma sono spalmate nei prossimi 5 anni e, al netto dei rinnovi contrattuali, sono ben al di sotto del tasso inflattivo, quindi non in grado di sostenere un Servizio sanitario già in grande difficoltà». Questi finanziamenti sono appena sufficienti a mantenere lo status quo. Accanto al personale che opera nel pubblico ieri c’erano gli operatori del sistema sanitario in convenzione, scontenti del nomeclatore che sarà stato anche aggiornato dopo vent’anni, che porta pure ad ampliare i Lea, ma i prezzi delle prestazioni hanno subito un taglio di oltre il 30%.

La lettera alla premier

Inoltre in una lettera inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, dal presidente nazionale di Federazione Cimo-Fesmed, e dal presidente nazionale di Nursing Up, Antonio De Palma si chiede un confronto: «appena visto la bozza della manovra, abbiamo capito che così si affossa la sanità». Bisogna rivedere tutto.

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