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Il femminicidio presto diventerà un reato autonomo: il Consiglio dei ministri approva il ddl

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri pomeriggio lo schema di disegno di legge sull’ “Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”, proposto dai ministeri della Giustizia, dell’Interno, per la Famiglia Natalità e Pari Opportunità, per le Riforme istituzionali e Semplificazione normativa.

La misura

Il provvedimento prevede l’introduzione nel sistema giuridico italiano il reato di femminicidio, qualificandolo come un delitto commesso da chiunque provochi la morte di una donna per motivi di discriminazione, odio di genere o per ostacolare l’esercizio dei suoi diritti e l’espressione della sua personalità. Tra le altre misure previste, l’introduzione nei confronti dei detenuti colpevoli di reati del Codice rosso di limitazioni all’accesso ai benefici previsti dalla legge, la presunzione di adeguatezza degli arresti domiciliari in sede di scelta delle misure cautelari, informazioni, su loro richiesta, ai parenti della vittima in caso di evasione, scarcerazione, revoca e sostituzione delle misure applicate all’imputato o al condannato.

Le reazioni

Con il ddl si ha un «risultato epocale perché il femminicidio viene inserito nell’ordinamento penale come fattispecie autonoma», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio al termine del Cdm aggiungendo che si tratta di «una grande svolta». «Fino ad oggi si discuteva di configurare questa particolare e odiosa forma di reato come una circostanza aggravante del reato di omicidio – ha continuato – aver costituito una fattispecie autonoma da un lato esime da una serie di problematiche tecniche ma costituisce anche una forma di manifestazione potente di attenzione a questa problematica emersa negli ultimi anni in maniera così dolorosa che ha avuto un riconoscimento penale di prima levatura».

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