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Il caldo cambia le città: ecco le mappe urbane per chi cerca rifugio dal clima impazzito

Cambia il clima e cambia l’urbanistica della città, diventano sempre più importanti i rifugi climatici, anzi essenziali per affrontare gli effetti del riscaldamento globale e le isole di calore urbano.

I dati

Nel periodo 2000-2019, l’esposizione al calore è stata associata a 500mila morti all’anno, pari allo 0,91% della mortalità globale (Fonte: The Lancet). Secondo uno studio pubblicato su Nature, se i Paesi non adotteranno misure per mitigare il cambiamento entro la fine del secolo, nelle città europee potrebbero morire 2,3 milioni di persone. In Italia non c’è ancora un quadro normativo nazionale dedicata a creare rifugi climatici, ma esistono riferimenti in piani di resilienza climatica urbana e nei Piani di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PAC).

I rifugi climatici

Che cosa sono i rifugi climatici in città? Sono spazi pubblici urbani che offrono protezione dagli eventi meteorologici estremi. In generale essi possono essere parchi, biblioteche, musei, centri sociali. Ma c’è anche chi progetta, finalizzando al clima piccoli parchi urbani in aree molto cementificate (il cosiddetto parco tascabile).

Il rifugio urbano

I climate shelter si sono sviluppati negli Stati Uniti, in Europa, in Asia. Alcune città hanno realizzato piani strutturati di grande portata: pensiamo a Barcellona, che ha realizzato e messo online un network dei climate shelters, dove trovare informazioni dettagliate e una mappa della loro posizione e le caratteristiche specifiche. Parigi conta più di 1.400 punti dedicati a rifugio, tra parchi, giardini, zone d’ombra e punti d’acqua. Oggi, un terzo circa del territorio di Parigi (compresi i boschi) è ricoperto di vegetazione. La città si è posta l’obiettivo di de-bitumare 100 ettari e piantare 170mila alberi tra il 2020 e il 2026.

In Italia

In Italia abbiamo degli esempi, ma non una normativa, ciò che c’è passa per la volontà dei singoli Comuni, per esempio Bologna ha attivato una prima rete di rifugi climatici in città per rispondere al problema delle ondate di calore. Firenze ha svolto una prima ricognizione di luoghi pubblici comunali che risultano idonei: spazi liberamente accessibili che offrono riparo dal calore estremo. Torino ha attivato il piano resilienza climatica e ha attivato, a questo proposito, il ‘piano estate 2025’ prevede un insieme di azioni di monitoraggio, vigilanza e assistenza domiciliare per gli ultra 65enni. Sempre a Torino, la Fondazione Torino Musei ha attivato una promozione speciale alla GAM, al MAO e Palazzo Madama con politiche di accesso agevolate per ultra65enni e per bambini fino ai 12 anni, puntando all’entrata gratuita nei musei. Pur non contando su strutture specificamente dedicate, Roma ha messo a disposizione cinque tende mobili e otto camper giubilari. A Napoli ci ha pensato l’associazione sociale Cleanap a realizzare una mappatura indipendente dei rifugi climatici presenti in città. Milano conta su una rete di 50 case dell’acqua, parchi pubblici e altri luoghi pubblici dove trovare refrigerio, in provincia, a Opera è stato realizzato il progetto “Oasi”, finalizzato a contrastare gli effetti delle ondate di calore nei centri urbani. Si concretizza in un centro dove è stato installato un dispositivo del freddo per l’intera struttura e renderla un centro di raffrescamento durante i mesi più caldi, caratterizzati da ondate di calore intense. Per alimentare il centro è stato installato un impianto fotovoltaico che soddisferà il 50% dei consumi.

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