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Idf sequestra attivisti e cibo di una nave umanitaria: tra i fermati Greta Thunberg

Era altamente previdile e alla fine è accaduto: la Madleen, nave della Freedom Flotilla Coalition diretta a Gaza con aiuti umanitari, è stata abbordata e sequestrata dall’esercito israeliano in acque internazionali. A bordo si trovavano dodici attivisti, tra cui l’attivista svedese Greta Thunberg e l’europarlamentare franco-palestinese Rima Hassan.

Lo conferma l’organizzazione, che in un comunicato denuncia: «Il nostro equipaggio disarmato è stato rapito e il carico di aiuti salvavita – tra cui latte in polvere, cibo e forniture mediche – confiscato».

L’episodio è avvenuto a seguito di un ordine diretto del ministro della Difesa israeliano Israel Katz, che ha dichiarato: «È giusto che Greta Thunberg e i suoi amici sostenitori di Hamas vedano con i loro occhi i crimini commessi da Hamas il 7 ottobre».

Il ministero degli Esteri israeliano ha poi diffuso un post su X in cui definisce l’imbarcazione «lo yacht dei selfie delle celebrità» e pubblica la foto di Thunberg sorridente mentre riceve un panino da un soldato.

Toni ben diversi nel video diffuso dalla giovane svedese prima del sequestro: «Se vedete questo filmato, siamo stati intercettati e sequestrati in acque internazionali dalle forze d’occupazione israeliane. Chiedo che venga fatta pressione sul governo svedese per il nostro rilascio».

Un appello analogo è arrivato anche da un altro attivista a bordo, lo spagnolo Sergio Toribio, che ha parlato apertamente di «rapimento da parte di un paese complice del genocidio contro i palestinesi».

Dura la reazione della Freedom Flotilla Coalition: «Israele non ha autorità legale per trattenere i volontari internazionali. Questo sequestro viola il diritto internazionale e le ordinanze vincolanti della Corte Internazionale di Giustizia, che impongono il libero accesso umanitario a Gaza».

L’ong denuncia inoltre un precedente attacco, condotto con un drone contro un’altra nave, la Conscience, che aveva causato il ferimento di quattro volontari e la distruzione dell’imbarcazione.

In attesa di chiarimenti ufficiali sul destino degli attivisti, resta alta la tensione diplomatica. Intanto, mentre gli aiuti restano fuori da Gaza, la Madleen è stata trasferita al porto israeliano di Ashdod.

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