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“Guerrieri” No Vax, imbrattano diverse città italiane tra cui Bari con la sigla “V-V”: 12 indagati a Torino

Dodici persone sono state indagate a Torino nell'ambito di un'inchiesta che ha svelato l'esistenza di un gruppo organizzato di "guerrieri" No Vax, responsabili di numerosi imbrattamenti murali con la sigla "V-V" in diverse città italiane, tra cui Bari, Modena, Rimini, Mantova, Roma e Bergamo. Le indagini hanno fatto luce su una struttura piramidale e un…
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Dodici persone sono state indagate a Torino nell’ambito di un’inchiesta che ha svelato l’esistenza di un gruppo organizzato di “guerrieri” No Vax, responsabili di numerosi imbrattamenti murali con la sigla “V-V” in diverse città italiane, tra cui Bari, Modena, Rimini, Mantova, Roma e Bergamo. Le indagini hanno fatto luce su una struttura piramidale e un modus operandi ben definito.

La sigla “V-V” è nata inizialmente su siti internet per poi trasferirsi su Telegram, piattaforma che, secondo gli investigatori, funge da «base operativa segreta» articolata in chat e canali che gli stessi aderenti definiscono «organizzazione tecnica». Il gruppo si compone di “leader”, “admin” (dediti al reclutamento), “tutor” che addestrano i novizi e “guerrieri” che eseguono le azioni sul campo. All’occorrenza, anche i capi scendono in azione: nel gennaio 2023, un 55enne eporediese, mentre tracciava scritte su una scuola media, avrebbe sferrato un calcio a un poliziotto, finendo accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Gli aspiranti “guerrieri” sono sottoposti a un vero e proprio percorso formativo con test, questionari e colloqui video via chat, durante i quali i presunti capi si mostrano rigorosamente incappucciati. Una volta pronti, ricevono istruzioni dettagliate sugli obiettivi da imbrattare, gli slogan da utilizzare e gli strumenti necessari: vernici, estintori, corde, zaini, telefoni-citofono e radiotrasmittenti per evitare di essere tracciati.

Un’altra parte degli aderenti, non indagati, si occupa della propaganda sui social, che include anche «campagne diffamatorie». Il principale canale Telegram dei “V-V” conta circa 18 mila utenti e di recente ha lanciato una campagna di raccolta fondi a sostegno degli indagati. «Il sistema nazicom cerca di attaccare la forza di lotta V-V addossando ai guerrieri imputazioni assurde come l’associazione per delinquere», recita un messaggio che chiede ai simpatizzanti di raccogliere 24 mila euro per le spese legali. L’indagine prosegue per smantellare completamente la rete e contrastare le attività di questo gruppo.

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