I temi internazionali, la crisi del ceto medio e le crescenti preoccupazioni per i flussi migratori: sono alcuni dei punti analizzati nel rapporto 2024 del Censis, presentato ieri, da cui emerge lo spaccato di una società turbata e in profondo cambiamento. Per il 49,6% dei nostri connazionali il futuro sarà condizionato dal cambiamento climatico e dagli eventi atmosferici catastrofici, ma anche per il 46% dagli esiti della guerra in medio oriente e dal rischio (45,7%) di crisi economiche e finanziarie globali.
I migranti
Poi si passa al capitolo migranti: «Le questioni identitarie tendono a sostituire le istanze delle classi sociali tradizionali e assumono una centralità inedita nella dialettica socio-politica». Tant’è che «il 57,4% degli italiani si sente minacciato da chi vuole radicare nel nostro Paese regole e abitudini contrastanti con lo stile di vita italiano consolidato, come ad esempio la separazione di uomini e donne negli spazi pubblici o il velo integrale islamico». Ma non basta, c’è anche un 38,3% dei cittadini che si sente minacciato da chi vuole facilitare l’ingresso nel Paese dei migranti; e un 29,3% vede come un nemico chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale. Per gli autori dello studio si tratta di differenze che possono trasformarsi «in fratture e potrebbero degenerare in un aperto conflitto». Tuttavia «negli ultimi dieci anni sono stati integrati quasi 1,5 milioni di nuovi cittadini italiani, che prima erano stranieri». E addirittura l’Italia si colloca al primo posto tra tutti i Paesi Ue per quantità di cittadinanze concesse (213.567 nel 2023).
L’istruzione
In tema di istruzione, o quella che viene definita “la fabbrica degli ignoranti”, emerge che la mancanza di conoscenze di base «rende i cittadini più disorientati e vulnerabili». In termini di apprendimento non raggiungerebbe l’auspicato traguardo per la lingua italiana il 24,5% degli alunni al termine del ciclo di scuola primaria, il 39,9% al terzo anno della scuola media e il 43,5% all’ultimo anno della scuola superiore (dato che negli istituti professionali sale vertiginosamente all’80%). Sotto la lente anche il “divorzio” tra città e campagne, soprattutto sotto il profilo dei servizi (pubblici e privati): se in media in Italia le famiglie hanno difficoltà a raggiungere una farmacia (13,8%, pari a 3,6 milioni) o per accedere a un Pronto soccorso (50,8%, circa 13 milioni), nel caso dei comuni fino a 2 mila abitanti le difficoltà riguardano rispettivamente il 19,8 e il 68,6% dei nuclei familiari.