Il Vaticano potrebbe ospitare colloqui Russia-Ucraina a giugno ma il Cremlino smentisce. «Putin non vuole la pace» fa sapere Trump. E proprio mentre cresce l’ipotesi che la Santa Sede possa ospitare un primo round di incontri tra Russia e Ucraina a metà giugno – a riferirlo sarebbe stato il Wall Street Journal – dal Cremlino arriva una netta smentita del portavoce Dmitry Peskov. «Non ci sono accordi per negoziati in Vaticano».
Da qualche giorno, dopo vari summit a cui avrebbero dovuto partecipare i leader interessati – che invece si sono assentati mandando ognuno le proprie delegazioni – sono cominciate a girare voci sul Vaticano come possibile luogo prescelto per riaprire il dialogo, tra Russia e Ucraina con la mediazione di Trump e il coinvolgimento del Papa, oltre all’appoggio diplomatico dell’Unione Europea, in particolare della premier italiana Giorgia Meloni.
Il Vaticano resta disponibile al dialogo, anche se il cardinale Maradiaga ha definito la mediazione “difficile”, affermando che il primo passo spetta a Putin. I prossimi giorni saranno cruciali per capire se l’iniziativa diplomatica potrà concretizzarsi. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha confermato che sono in corso intensi sforzi per ottenere almeno un cessate il fuoco, sottolineando l’importanza del ruolo del Papa e della collaborazione europea. Il tycoon, secondo fonti citate dal WSJ, avrebbe detto ai leader europei che Putin «non è pronto alla fine della guerra e crede di essere il vincitore».
Il presidente americano, in contatto diretto con il leader russo, dopo la conversazione dei giorni scorsi avrebbe inizialmente sostenuto l’idea di un cessate il fuoco, per poi ritrattare, opponendosi all’uso del termine “incondizionato”. Alcuni degli europei presenti alla telefonata di lunedì hanno insistito sul fatto che l’esito di qualsiasi colloquio in Vaticano deve essere un cessate il fuoco incondizionato, ma Trump ha nuovamente obiettato, dicendo che non gli piaceva il termine affermando di non averlo mai usato. Anche se – sottolinea il WSJ – lo ha utilizzato quando ha chiesto un cessate il fuoco di 30 giorni in un post pubblicato l’8 maggio sulla sua piattaforma Truth Social.