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Guerra in Ucraina, Putin: «Pronti ai negoziati con Kiev». Zelensky: «Difficile la pace senza gli Usa»

«La Russia si sta muovendo verso i principali obiettivi delineati all’inizio dell’operazione militare speciale. Lungo tutta la linea del fronte si stanno verificando avanzamenti, i combattenti russi stanno riconquistando chilometri quadrati di territorio ogni giorno». Così il leader del Cremlino Vladimir Putin durante la sua conferenze stampa di fine anno a Mosca.

«Le capacità delle forze armate stanno aumentando – continua -. Tutti combattono, nel senso letterale della parola, eroicamente, e in questo momento auguriamo a tutti, sia a quelli che combattono nella regione di Kursk che a quelli che combattono lungo tutta la linea del fronte, buona fortuna, con la vittoria e il ritorno a casa». 

Sulle riparazioni stradali, prezzi delle utenze, manutenzione delle case, servizi medici, sussidi governativi per le famiglie e altre questioni economiche e sociali il presidente ha fatto sapere che «sarà ricostruito tutto».

Russia pronta a negoziati con Kiev e Zelensky, se verrà rieletto

«Abbiamo sempre detto che siamo pronti sia per i negoziati che per i compromessi» con l’Ucraina, «è solo che l’altra parte, nel senso letterale e figurato della parola, si è rifiutata di negoziare», spiega Putin. «È necessario che l’altra parte sia pronta sia ai negoziati che ai compromessi».

Pronta a firmare accordi di pace con qualsiasi autorità legittima in Ucraina, anche con Vladimir Zelensky se si presenterà alle elezioni e otterrà la legittimità. Secondo il capo del Cremlino l’Ucraina «è in grado di seguire la strada di una soluzione pacifica».

Mosca, ha aggiunto, «può firmare un accordo solo con le autorità legittime ed è pronta al dialogo con chiunque voglia andare alle urne e ottenere legittimità. E la Rada (il Parlamento ucraino) e il presidente della Rada sono legittimi».

Da Bruxelles il presidente ucraino

Dall’altra parte in contemporanea alla conferenze di Mosca il presidente ucraino, dal Consiglio europeo a Bruxelles, ha fatto sapere che è difficile il sostegno dell’Europa senza l’aiuto degli Usa. «Ne abbiamo bisogno per raggiungere la pace», ha detto Zelensky aggiungendo che ne parlerà con il presidente Trump quando sarà alla Casa Bianca.

«Stiamo facendo tutto il possibile per garantire che l’Europa abbia una posizione unita e forte per avvicinare la pace. La pace è possibile se restiamo uniti contro la follia russa. Stiamo lavorando per delineare le garanzie di sicurezza». Aggiunge su X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

«Insieme all’America, l’Europa ha il potere di fare pressione sulla Russia per una vera pace. La pace attraverso la forza arriverà sicuramente. Oggi continuiamo questo lavoro nella riunione del Consiglio europeo», conclude.

Tajani: «Forze di peacekeeping in Ucraina sono periodo ipotetico»

«Mi pare ancora prematuro parlare di operazioni di peacekeeping, diventa soltanto un esercizio teorico. C’è ancora una guerra in corso, bisogna arrivare prima a cessare il fuoco e collaboriamo per gradi perché se no facciamo scorsi teorici e non puntiamo all’obiettivo principale che è quello di far concludere questa guerra. Intanto cerchiamo di arrivare a un cessate di fuoco e alla pace. Il processo di peacekeeping è un periodo ipotetico, vedremo cosa succederà». Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un punto stampa a margine del pre-vertice del Ppe a Bruxelles.

«Ora lavoriamo – continua – per raggiungere il cessato del fuoco e per avere una pace che non sia una pace che rappresenta una sconfitta dell’Ucraina, questo è ovvio. Perché l’Ucraina è il paese aggredito e la Russia è il paese aggressore. Quindi noi siamo per tutelare sempre e comunque l’indipendenza di questo paese. Prima bisogna fare questo, poi si vedrà il da farsi»

«L’Italia – conclude – è un paese che in questo momento ha moltissimi uomini impegnati. Dopo gli Stati Uniti, il paese più impegnato in operazione della Nato, siamo impegnati in operazione di peacekeeping in Libano, lì c’è un’operatività, grazie anche ai nostri militari le cose sono andate meno peggio di come potevano andare. Adesso credo che sia necessario anche per quanto riguarda le regole d’ingaggio. Per il resto si vedrà», conclude.

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