Le forze di difesa russe hanno abbattuto 121 droni ucraini lanciati in 13 regioni della Russia. Si tratta di un massiccio attacco avvenuto nella notte da parte dell’esercito di Kiev. Il conflitto, dopo più tre anni dall’inizio, sembra non voler raggiungere nessuna tregua e continua a provocare solo morte. Proprio durante gli scontri notturni: altre 3 persone sono state uccise e un 26enne ha riportato gravi ustioni dopo un attacco di droni russo. Un raid ha danneggiato 11 appartamenti mentre i frammenti di un drone hanno colpito un edificio residenziale di 10 piani, provocando un incendio.
La denuncia di Mosca
Il Ministero della Difesa ha riferito che dei 121 velivoli senza pilota ne sono stati lanciati «37 sul territorio della regione di Bryansk, 20 sul territorio della regione di Ryazan, 17 sul territorio della regione di Kursk, 17 sul territorio della regione di Saratov, 7 sul territorio della regione di Rostov, 6 sul territorio della regione di Mosca, 6 sul territorio della regione di Belgorod, 3 sul territorio della regione di Voronezh, 2 sul territorio della regione di Tula, 2 sul territorio della regione di Oryol, 2 sul territorio della regione di Lipetsk, 1 sul territorio della Repubblica di Crimea e 1 su Mosca. Il più grande attacco al di fuori della zona speciale per le operazioni militari dall’inizio del 2025».
Trump e Putin verso un incontro per negoziare
Il presidente americano Donald Trump è disposto a voler parlare con il leader russo Vladimir Putin. L’obiettivo è mettere fine alla guerra. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto aperto a negoziati se Trump darà garanzie di sicurezza al Paese.
Zelensky «non è un angelo, – ha aggiunto Trump – e non avrebbe dovuto permettere che questa guerra accadesse». In un’intervista a Fox News andata in onda ieri sera Trump ha aggiunto che il presidente ucraino sapeva che avrebbe combattuto «contro un’entità molto più grande e molto più potente – ha aggiunto -. Non avrebbe dovuto farlo».
Intanto il Cremlino ha nuovamente dichiarato che «il presidente russo Vladimir Putin è pronto a eventuali colloqui con Trump. Mosca sta attendendo segnali in tal senso da Washington, pronta a discutere con gli Usa di disarmo nucleare il prima possibile. Interessati ad avviare questo processo di negoziazione. Nell’interesse del mondo intero, nell’interesse dei popoli dei nostri paesi». Così il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, secondo la Tass.
«La palla è nel campo degli americani, che hanno bloccato tutti i contratti. Tutti i contatti sostanziali con il nostro Paese», ha detto ancora Peskov secondo l’agenzia Interfax. Il portavoce del Cremlino ha però aggiunto che «nelle condizioni attuali è necessario tenere conto di tutti i potenziali nucleari. Ed è impossibile, ad esempio, svolgere una conversazione senza tenere conto dei potenziali nucleari di Francia e Gran Bretagna».
Minaccia alla sicurezza nazionale della Federazione Russa
«Questo conflitto sta avvenendo a causa della minaccia alla sicurezza nazionale della Federazione Russa, a causa della minaccia ai russi che vivono nei territori occupati, e a causa della riluttanza e del rifiuto totale degli americani e degli europei di ascoltare le preoccupazioni della Russia. E non ha nulla a che fare con il prezzo del petrolio». Questa la risposta del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che secondo l’agenzia Tass avrebbe commentato l’affermazione del presidente Trump, secondo cui un calo del prezzo del petrolio potrebbe porre fine al conflitto in Ucraina.
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