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Guerra a Gaza: Tajani e Arabia Saudita spingono per la fine, intanto cresce la crisi umanitaria

L’Italia e l’Arabia Saudita lavorano insieme per favorire un cessate il fuoco a Gaza e sostenere la creazione di uno Stato palestinese. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, al termine dell’incontro con l’omologo saudita Faisal bin Farhan Al Saud a Villa Madama. «Vogliamo che finisca la guerra, non vogliamo più morti civili e chiediamo la liberazione degli ostaggi», ha affermato Tajani, sottolineando l’intenzione di collaborare con Riad, capitale dell’Arabia Saudita anche per eventuali missioni internazionali di ricostruzione dell’unità palestinese.

La situazione sul terreno resta drammatica. Nelle ultime 24 ore i raid israeliani hanno provocato almeno 36 morti, tra cui numerosi civili e richiedenti aiuto, secondo fonti mediche di Gaza. L’Onu avverte di conseguenze devastanti: «La carestia non è più una possibilità, è una catastrofe attuale», ha dichiarato il segretario generale Antonio Guterres, richiamando Israele a garantire cibo, acqua e medicinali alla popolazione civile.

Intanto, cresce la mobilitazione internazionale a sostegno dei civili. In Italia, Oltre 30mila sanitari italiani hanno partecipato a un digiuno simbolico per chiedere la fine delle violenze a Gaza, promosso da #digiunogaza, Sanitari per Gaza e BDS “Teva? No grazie”. L’iniziativa ha coinvolto medici, operatori, università e sindacati, con presidi davanti agli ospedali, come alle Molinette di Torino. Chiedono alle aziende sanitarie di adottare delibere etiche contro il genocidio e di promuovere cooperazione e accoglienza umanitaria. Fniomceo sottolinea solidarietà senza boicottare il popolo israeliano.

La Cgil, invece, ha raccolto una tonnellata di aiuti umanitari a Genova. Anche ordini professionali, sindacati e associazioni chiedono interventi concreti dei governi per fermare la guerra. Dal mondo della cultura, il regista Pedro Almodovar ha aperto un account Instagram per promuovere la liberazione della Palestina, invitando governi e cittadini a sostenere la causa palestinese.

Padre Gabriel Romanelli, parroco a Gaza, racconta bombardamenti a pochi metri dalla parrocchia della Sacra Famiglia e conferma la presenza di circa 450 rifugiati sotto la sua protezione: «Non sappiamo fino a dove arriverà questa guerra, ma continueremo a servire chi ha bisogno e a pregare per la pace». La convergenza tra Italia e Arabia Saudita sul cessate il fuoco e sugli aiuti umanitari rappresenta un passo diplomatico significativo, ma la crisi a Gaza resta drammatica, con la popolazione civile intrappolata tra bombardamenti, carestia e assenza di prospettive di pace.

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