Venti giorni di tempo. È la scadenza che l’Unione europea ha dato a Palazzo Chigi per presentare le sue osservazioni in merito al decreto Golden Power nei confronti della fusione tra Unicredit e Banco Bpm, dopo la bocciatura di lunedì scorso.
Lo strumento con cui la presidenza del Consiglio può condizionare o addirittura bloccare alcune operazioni di mercato, è stato molto criticato e ha ricevuto la doppia bocciatura prima del Tar (pronunciatosi dopo il ricorso di Unicredit) e poi della Commissione europea. «La Commissione è giunta alla conclusione preliminare che l’Italia ha violato l’articolo 21 del Regolamento Concentrazioni. Pertanto si invita l’Italia a presentare le sue osservazioni in merito entro 20 giorni lavorativi dal ricevimento della presente lettera», si legge nel documento inviato dalla Commissione Ue. «Se la conclusione preliminare fosse confermata – si aggiunge – la Commissione potrebbe adottare una decisione (…) in cui le ordina di revocare senza indugio il decreto».
Nelle conclusioni la lettera sottolinea che il decreto, nella sua forma attuale, «è contrario alle norme dell’Ue sulla libera circolazione dei capitali, alla competenza esclusiva della Bce in quanto autorità di vigilanza prudenziale, nonché alla legislazione sui servizi finanziari».
L’operazione
Non è la prima volta che il Governo non considera gli avvertimenti della Commissione europea sul tema. In due occasioni la Presidenza del Consiglio dei ministri non ha risposto alle mail per organizzare una riunione telefonica sulle interlocuzioni sull’utilizzo del Golden power.
Nella lettera si legge infatti come «il 18 marzo 2025 i servizi della Commissione hanno avuto una riunione telefonica con la Presidenza del Consiglio dei ministri per comprendere il suo processo investigativo e le possibili azioni che avrebbe potuto intraprendere in questo caso – si legge nel documento – La Commissione ha richiesto un ulteriore contatto telefonico con un messaggio di posta elettronica del 17 aprile, al fine di comprendere lo stato dell’indagine della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma non ha ricevuto alcuna risposta. A seguito dell’adozione del Decreto, i servizi della Commissione hanno richiesto un ulteriore contatto telefonico con la Presidenza del Consiglio dei ministri con un messaggio di posta elettronica del 22 maggio, ma anche tale richiesta è rimasta senza risposta».
Le reazioni
«Il desaparecido Giorgetti venga in Aula su quanto sta accadendo in relazione alla figura barbina fatta dal governo con la bocciatura del Tar (parziale) e della commissione Ue». Lo ha detto nell’Aula della Camera il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova. Gianmauro Dell’Olio del M5s ha puntato il dito contro il «ruolo del governo nel risiko bancario, solo per favorire alcuni privati».
La richiesta è stata condivisa anche dal gruppo Pd per voce di Bruno Tabacci: «Giorgetti venga a precisare in Parlamento l’uso disinvolto del golden power su vicenda Unicredit-Bpm, che appare così strumentale da mettere il governo in una situazione di totale conflitto di interesse».