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Giustizia, contro la riforma: nell’anno giudiziario i magistrati d’Italia lasciano le aule per protesta

Da nord a sud, da Milano a Bari, le toghe d’Italia contro la riforma Nordio. In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, l’Associazione nazionale magistrati ha protestato in varie città contro il governo nello specifico per le riforme costituzionali in corso di approvazione come la separazione delle carriere. I magistrati hanno lasciando l’aula quando il ministro della Giustizia ha preso la parola a Napoli.

«Qualcuno può pensare che questa riforma costituzionale sia punitiva per la magistratura. Tutte le opinioni sono benvenute, così come tutte le manifestazioni di dissenso, e ringrazio tutti per una manifestazione estremamente composta come questa, è il sale della democrazia; ma che si possa pensare che un ministro da 30 anni in magistratura, a 3 anni alla guida dell’inchiesta sulle Brigate Rosse, che ha assistito alla morte di alcuni dei suoi colleghi, pensare che un ex magistrato possa avere come obiettivo l’umiliazione della magistratura alla quale è appartenuto, lo trovo particolarmente improprio». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, nel suo intervento a Napoli. Durante il suo intervento i magistrati sono usciti dal Salone dei Busti di Castel Capuano in segno di protesta contro la riforma protesta.

A Milano

Anche a Milano decine di magistrati hanno abbandonando l’aula magna dove si è svolta l’inaugurazione dell’anno giudiziario mentre ha preso parola la rappresentante del ministero della Giustizia, la dirigente capa dell’Ispettorato generale, Monica Sarti. Indossando toga, coccarda tricolore e tenendo copie della Costituzione in mano sono usciti dalle porte laterali raccogliendo l’invito a protestare lanciato dal sindacato delle toghe Anm. Circa 60 magistrati milanesi hanno protestando sulle scalinate del palazzo di giustizia di corso di Porta Vittoria indossando toghe e coccarde, esponendo e distribuendo copie della Costituzione. Hanno risposto all’appello dell’Associazione nazionale magistrati – sezione di Milano e del Comitato direttivo centrale il Comitato Direttivo Centrale dell’Anm per mandare un segnale di “contrarietà” alle riforme costituzionali in corso di approvazione da parte di Governo e maggioranza e iniziative di “sensibilizzazione” per i cittadini.

«Nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare le decisioni che prende il Parlamento, ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e confronto», ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario di Milano in cui sono state rivolte numero critiche da parte della magistratura alla riforma.

Almeno 59 magistrati, appartenenti all’Associazione Nazionale Magistrati di Roma, hanno lasciato l’aula Europa dove è in corso l’inaugurazione dell’anno giudiziario nella Corte d’appello di Roma, appena il Segretario del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana, Alfredo Mantovano ha preso la parola.

A Roma

«Il gesto degli esponenti della magistratura associata di lasciare l’aula al momento dell’intervento del rappresentante del governo è impegnativo, ed è carico di significato. Non è originale: è stata una forma di protesta sperimentata una ventina di anni fa in occasione di altre leggi, quella volta ordinarie, di riforma della giustizia». Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano nel suo intervento alla la Corte d’appello di Roma

«In più, quest’anno – continua – ci sono i cartelli. Benché ripetuta, però non può lasciare indifferenti. Di fronte a un Governo sorretto da partiti che propone al Parlamento una legge di riforma è legittimo non condividere nulla. Ma perché rifiutare anche solo di parlarne? Perché uscire dai canoni della dialettica per entrare in quelli dell’alternativa ‘o tu o io’? È qualcosa che non fa

«Giustizia sarebbe una farse senza l’indipendenza della magistratura»

Senza «autonomia e indipendenza della magistratura la giustizia sarebbe una farsa e le alternative a una giustizia resa da uomini indipendenti sono drammaticamente peggiori». Così il presidente della Corte d’appello di Milano, Giuseppe Ondei, iniziando il discorso inaugurale dell’anno giudiziario nell’aula magna del tribunale di Milano. Sono presenti i vertici della magistratura meneghina e di carabinieri, polizia di stato e guardia di finanza a Milano e in Lombardia, il presidente del senato, Ignazio La Russa, il Questore di Milano, Bruno Megale e il Prefetto, Claudio Sbaraglia, la capa dell’Ispettorato generale del Ministero della Giustizia, Monica Sarti, il membro del Csm, Dario Scaletta, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala e il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, oltre a numerosi parlamentari tra cui la vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, e la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti.  “L’autonomia e l’indipendenza”, ha detto l’alto magistrato a capo del distretto milanese, sono “principi costituzionali inderogabili” e “cardini invalicabili della tenuta democratica dello Stato dai quali non è immaginabile separarsi” a “tutela della libertà di ciascuno e soprattutto dei più deboli”.

«È per questo – ha concluso Ondei – che la magistratura, pur sempre mantenendo un doveroso e corretto senso dei propri limiti , non potrà mai tacere laddove dovessero manifestarsi evidenti intenzioni di limitarne in svariati modi il raggio d’azione. C’è un diffuso clima di tensione fra politica e magistratura e alcuni interventi meramente tecnici dei capi degli uffici giudiziari vengono vissuti come interferenze o attaccati in modo gratuitamente denigratorio sulla base di semplificazioni pericolose». 

Le critiche dell’Anm di Napoli

Non c’è un profilo della riforma più critico rispetto a un altro. Tutti gli elementi che questa riforma pone in essere nei contenuti e nelle finalità sono lesivi dell’indipendenza della magistratura”. Così Cristina Curatoli, presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Napoli, a Castel Capuano per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario per il Distretto della Corte d’Appello di Napoli alla quale partecipa il ministro della Giustizia Carlo Nordio. I magistrati attueranno una protesta contro la riforma della giustizia, lasciando il Salone dei Busti nel momento in cui il ministro prenderà la parola. “Con questa protesta simbolica cerchiamo di far comprendere che c’è stato un percorso completamente blindato, privo di ascolto su una riforma che mina al cuore della giurisdizione e a quei principi che sono al fondamento della Costituzione”.

Nel Distretto della Corte d’Appello di Napoli «permangono gravi scoperture negli organici dei giudici e del personale amministrativo a tempo indeterminato, necessari per fronteggiare l’enorme carico di lavoro e smaltire le rilevanti pendenze». È un passaggio della relazione presentata dalla presidente della Corte d’Appello di Napoli, Maria Rosaria Covelli, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nel Castel Capuano di Napoli. In ambito penale al 30 giugno 2024 è stata registrata una pendenza di oltre 38mila procedimenti presso le sezioni ordinarie della Corte, con 10.554 iscrizioni e 15.558 definizioni, nonché di oltre 80mila procedimenti pendenti presso i Tribunali del Distretto, con 91.822 iscrizioni e 94.682 definizioni. In ambito civile la forchetta temporale tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024 mostra una pendenza di oltre 27mila procedimenti presso le sezioni della Corte, con 112.494 iscrizioni e 114.487 definizioni, nonché di 193mila procedimenti presso i Tribunali con 157.036 iscrizioni e 172.981 definizioni.

«I giudici della Corte e i giudici presso tutti i Tribunali – si sottolinea nella relazione – sono dunque riusciti a definire un numero di procedimenti maggiore rispetto alle nuove iscrizioni e a raggiungere gli obiettivi dettati dal Pnrr al 31 dicembre 2024, anche superandoli, sia per quanto riguarda l’eliminazione dell’arretrato civile ritenuto rilevante che per quanto riguarda la riduzione della durata dei processi penali».

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