Giulia Cecchettin, i funerali il 5 dicembre a Padova

Il funerale di Giulia Cecchettin sarà martedì 5 dicembre a Padova. La procura di Venezia ha concesso il nullaosta, dopo l’autopsia durata 14 ore. L’ultimo saluto alla basilica di Santa Giustina della Valle a Padova. Si tratta di un luogo capace di accogliere migliaia di persone, visto il clamore mediatico intorno al delitto, e che consentirà anche agli amici dell’università di poter partecipare. Una cerimonia, più intima, è invece prevista alle ore 14 nella chiesa di Saonara, dove sarà seppellita la 22enne nello stesso cimitero dove riposa la madre, morta poco più di un anno fa.

Filippo Turetta ha usato un solo coltello per uccidere Giulia Cecchettin. È uno dei dettagli che emerge dopo 14 ore di autopsia sul corpo della studentessa 22enne assassinata dall’ex fidanzato. Un dettaglio che sarebbe stato confermato anche nell’ampia confessione resa davanti al pm di Venezia Andrea Petroni.

Il coltello spezzato, con una lama lunga 21 centimetri, trovato nel parcheggio di Vigonovo (Venezia) a circa 150 metri dalla villetta della 22enne, non sarebbe stato quindi usato. È più che verosimile, ma la certezza assoluta la daranno le analisi del Ris di Parma, che Turetta abbia usato il coltello da cucina, con una lama da 12 centimetri, trovato e sequestrato nell’auto con cui è fuggito in Germania, per colpire l’ex fidanzata almeno una ventina di volte.

A Giulia «ho fatto una cosa orribile, voglio pagare». Lo ha ripetuto più volte, Filippo Turetta durante l’interrogatorio davanti al pm di Venezia Andrea Petroni. Davanti alla pubblica accusa parla di “amore” per Giulia e si dice «incapace di accettare la fine di quella storia», una relazione chiusa dalla ragazza la scorsa estate. A chi lo guarda e lo ascolta Filippo mostra tratti di gelosia e più volte usa l’aggettivo «mia» per raccontare di chi ha ucciso. Collaborativo, pronto a non sottrarsi alle domande incalzanti della pubblica accusa, avrebbe ammesso le due fasi dell’aggressione – prima nel parcheggio di Vigonovo, poi nella zona industriale di Fossò – poi sfociate nel delitto commesso con un coltello da cucina usato per colpire ripetutamente l’ex fidanzata.

Giulia Cecchettin è morta in pochi minuti per la serie di coltellate che Filippo Turetta le ha inferto. Nessun colpo ha reciso le principali arterie, ma quegli affondi – insieme al trauma dovuto all’aver sbattuto la testa contro l’asfalto – hanno portato al decesso per dissanguamento della 22enne. L’autopsia, durata 14 ore, ha restituito la mappa dettagliata dei fendenti, inferti con un solo coltello, ma anche delle abrasioni di quando Giulia è stata buttata in una scarpata vicino al lago di Barcis, lontana più di 100 chilometri dalla zona industriale di Fossò dove è morta, intorno alle 22.40, sabato 11 novembre. Il decesso colloca la competenza territoriale a Venezia, procura che contesta all’arrestato l’omicidio volontario aggravato, il sequestro di persona e l’occultamento di cadavere.

L’autopsia non ha, invece, svelato segni evidente di nastro adesivo ai polsi, il che lascia ipotizzare che Giulia tra l’aggressione nel parcheggio di Vigonovo alla zona industriale sia stata tenuta ferma in auto sotto la minaccia del coltello, oltre che dalla paura di essere uccisa. Il nastro adesivo, secondo l’ordinanza di custodia cautelare, è stato messo da Turetta sulla bocca dell’ex fidanzata per impedire a Giulia di urlare.

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