Alle 19 di martedì 24 dicembre papa Francesco apre ufficialmente in San Pietro a Roma il Giubileo della Speranza. È un anno Santo ordinario, ovvero, un appuntamento calendarizzato ogni 25 anni dal lontano 1300 quando papa Bonifacio VIII diede inizio a questa tradizione di fede.
I riti previsti dai canoni della Chiesa cattolica per l’apertura della porta Santa seguono una liturgia codificata che inizia con l’accoglienza nell’atrio della Basilica Vaticana dei vescovi in abito corale (da cerimonia) e dei Capi di Stato che giungeranno in Italia per l’evento, oltre ai chierici e ai diaconi per l’ufficio.
La cerimonia
Il Santo Padre, invece, si riunisce con i cardinali concelebranti nel braccio di Costantino per la vestizione, poi inizia la processione con la Schola Cantorum che intona il salmo 121. Giunto alla cattedra predisposta sempre nell’atrio, inizia il rito con il segno di Croce e con la lettura del Vangelo e una monizione (invito alla preghiera personale). Subito dopo si avvia verso la Porta Santa, ubicata alla destra dell’ingresso principale della Basilica, e recita l’invocazione latina: Haec porta Domini, questa è la porta del Signore, e dopo aver declamato altri versetti, afferma: Aperite mihi porta iustitiae, apritemi la porta della Giustizia.
Quindi il Papa sale i tre gradini in silenzio e spinge le valve della Porta con le mani, con due sampietrini (collaboratori vaticani) che da dentro spalancano l’uscio. Contestualmente l’interno della Basilica s’illumina, mentre il Pontefice si inginocchia in preghiera. Finito questo passo di liturgia, i celebranti in processione raggiungono l’altare e inizia la Santa Messa, la prima dell’Anno Santo 2025.
Il passaggio
Da quel momento la Porta rimarrà aperta per tutto l’anno consentendo il passaggio dei pellegrini così da poter lucrare l’indulgenza plenaria, secondo le intenzioni del Santo Padre. Un transito che, le previsioni degli organizzatori, dicono potrà coinvolgere oltre 30 milioni di fedeli. D’altronde già Dante Alighieri ne La Comedia quando scrive di Bonifacio VIII e del Giubileo nel XVIII canto dell’Inferno paragona la congestione di Malebolge, alla «marea di pellegrini che in due flussi opposti attraversava ponte Sant’Angelo» per recarsi in San Pietro durante il primo Anno Santo. Nei giorni seguenti, il Papa sempre secondo il rituale ecclesiastico, provvederà ad aprire le altre tre porte Sante: san Giovanni in Laterano, santa Maria Maggiore e san Paolo fuori le Mura, le cosiddette Basiliche pontificie di Roma.
L’altra porta
Mentre il 26 dicembre aprirà una quinta porta Santa all’interno del carcere romano di Rebibbia, una decisione presa proprio da Francesco. Nella Bolla papale di indizione del Giubileo, scritta dal Papa, non sono previsti “eventi straordinari”, tutto è centrato sul tema scelto da Bergoglio: «La speranza, che non delude mai». Una speranza che, tradotta nelle intenzioni del Santo Padre, recitate in ogni occasione, si dovrebbe concretizzare “nelle armi che tacciono”: vero obiettivo di Francesco. Così come, sempre il Pontefice, ammonisce nell’individuare «la Porta santa del cuore, quella che ognuno di noi è chiamato ad aprire per vivere appieno il Giubileo», ripetuta nell’ultima esortatazione durante le celebrazioni per la festa dell’Immacolata l’8 dicembre.
Il Giubileo 2025 giunge dopo venticinque anni dal Grande Anno Santo del 2000 celebrato da san Giovanni Paolo II e un decennio dopo quello straordinario della Misericordia, indetto da papa Francesco nel 2015.
Il Giubileo del 2000 portò a Roma milioni di pellegrini, ponendola al centro del mondo, così come accadrà questa volta, soprattutto durante i Giubilei specifici: dal mondo della comunicazione ai sanitari, passando per i volontari e i missionari fino al decisivo appuntamento con i giovani, fissato dal 28 luglio al 3 agosto, quando, come accadde un quarto di secolo fa, ci sarà il grande raduno sulla spianata di Tor Vergata, alla periferia sud della Capitale.
Incontri, riflessioni e preghiere che termineranno il giorno dell’Epifania 2026 con Santo Padre che chiuderà l’ultima porta Santa, quella di San Pietro. In attesa del prossimo Anno Santo ordinario che verrà indetto, se le norme canoniche non dovessero cambiare, nel 2050, ma la Chiesa, nel 2033, dovrà prima confrontarsi con l’evento del Bimillenario della redenzione di Cristo.