«Il Giubileo deve essere il tempo propizio per riconciliarsi con i propri nemici e fermare le guerre». Lo ha detto il Papa nel tradizionale Messaggio Urbi et Orbi del giorno di Natale. «In questo Natale, inizio dell’Anno giubilare, invito ogni persona, ogni popolo e nazione ad avere il coraggio di varcare la Porta, a farsi pellegrini di speranza, a far tacere le armi e a superare le divisioni», l’appello del Papa.
I conflitti
In particolare il Pontefice auspica che «si abbia l’audacia di aprire la porta al negoziato e a gesti di dialogo e d’incontro, per arrivare a una pace giusta e duratura in Ucraina». Poi lo sguardo alla Terra Santa. «Tacciano le armi in Medio Oriente! Con gli occhi fissi sulla culla di Betlemme, rivolgo il pensiero alle comunità cristiane in Israele e in Palestina, in particolare alla cara comunità di Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima. Cessi il fuoco, si liberino gli ostaggi e si aiuti la popolazione stremata dalla fame e dalla guerra», ha detto ancora il Papa auspicando una pacificazione anche in Libano e Siria. Infine il Pontefice torna a chiedere il condono dei debiti ai Paesi più poveri, tema centrale del suo Messaggio per la Pace 2025 e dello stesso Anno Santo della speranza. «Il Giubileo sia l’occasione per rimettere i debiti, specialmente quelli che gravano sui Paesi più poveri», l’appello conclusivo di Francesco. Accanto a lui, sulla Loggia centrale, c’era il cardinale Silvano Tomasi, scalabriniano, particolarmente impegnato proprio sul tema del condono dei debiti nei Paesi in via di sviluppo.
L’appello per Regeni
In Piazza San Pietro oggi c’erano anche i genitori di Giulio Regeni (il ricercatore italiano ucciso in Egitto), Claudio e Paola. Si sono fatti fotografare con in mano uno striscione dedicato a loro figlio davanti al presepe allestito di fronte alla basilica. Le immagini sono state postate sui social per continuare a chiedere giustizia sul delitto rimasto tuttora impunito.