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Giornata mondiale dell’acqua, 2 cittadini su 3 contro gli sprechi: i più attenti sono i giovani

L’Istat, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, ha pubblicato un resoconto sul tema («Le statistiche dell’acqua - Anni 2020-2024), circoscrivendo i problemi da affrontare riguardo all’uso corretto delle risorse idriche. L’acqua del rubinetto Stando ai dati dell’istituto di statistica gli italiani sarebbero ancora restii a bere l’acqua del rubinetto,…


L’Istat, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, ha pubblicato un resoconto sul tema («Le statistiche dell’acqua – Anni 2020-2024), circoscrivendo i problemi da affrontare riguardo all’uso corretto delle risorse idriche.

L’acqua del rubinetto

Stando ai dati dell’istituto di statistica gli italiani sarebbero ancora restii a bere l’acqua del rubinetto, basti pensare che soltanto nel 2024 le famiglie che hanno dichiarato di non fidarsi di berla sono state quasi il 29%. Un dato stabile rispetto all’anno precedente, ma che in generale segue un trend in diminuzione rispetto anche a venti anni fa. La fiducia è però ripartita tra le aree territoriali dello Stivale, a partire dal Nord-Est in cui i nuclei familiari non hanno timore di bere l’acqua dal rubinetto, fino ai valori più alti, nelle regioni del Sud, in primis in Sicilia (essenzialmente la metà delle famiglie intervistate), poi la Sardegna (48,2%) e infine la Calabria (circa il 40%).

Il caso del Mezzogiorno

Dati che confermano ancora una volta un distacco netto tra alcune aree del Mezzogiorno e il resto dell’Italia. Nel 2023, circa un terzo dei capoluoghi di provincia del Mezzogiorno, 14 Comuni in sostanza, ha adottato misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua potabile, con riduzioni o sospensioni dell’erogazione idrica. Tra le cause, all’interno del report, è citata «la forte obsolenza della rete infrastrutturale idrica», nonché le temperature superiori alle medie climatiche e le riduzioni delle portate degli invasi.

L’allaccio alla rete fognaria

Un altro problema sollevata dal report dell’Istat è quello dell’allaccio alla rete fognaria. Nonostante si stima che nove abitanti su 10 ne siano provvisti, restano fuori però 6,6 milioni di residenti. Dati che fanno dell’Italia il nono tra i 27 Paesi dell’Unione europea per percentuale di popolazione collegata alla rete, dietro Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta e Spagna.

Anche in questo caso è la Sicilia ad avere i valori più bassi a livello regionale, con un valore di 76,5% dei residenti con il servizio fognario. Un dato che si fa più allarmante che si prendono in considerazione le province, con la città metropolitana di Catania in fondo alla classifica, con una copertura del servizio fognaria del 35,8%.

Le preoccupazioni dei giovani

Tra le preoccupazioni che più premono le varie generazioni ci sono sicuramente il cambiamento climatico, ma anche l’inquinamento delle acque. Il 28,5% degli intervistati dai 14 anni in su ha dichiarato di aver timore per il dissesto idrogeologico e quindi per alluvioni, valanghe o frane. Un valore che sala di quattro punti percentuali tra le persone con più di 55 anni.

Sul versante inquinamento delle acque, invece, sono i giovani a preoccuparsene di più. Nel 2024, il 40,3% degli individui tra 14 e 24 anni si è detto preoccupato per il problema, in particolar modo quando è legato alle falde acquifere. Nella nuova generazione si sta diffondendo, inoltre, una maggiore attenzione contro lo spreco di acqua, frutto di una maggiore consapevolezza.

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