Una cerimonia sobria e in silenzio. Si sono conclusi, a Rivalta di Gazzola, nel Piacentino, i funerali di Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre scorso. Esequie “privatissime”, con poche persone, e il borgo blindato. La cerimonia è stata celebrata da monsignor Giuseppe Busani nel pomeriggio nella piccola chiesa di San Martino, nel borgo medievale di Rivalta (in provincia di Piacenza), adiacente al Castello.
La salma sarà cremata e i resti verranno tumulati nella cappella di famiglia, dove riposano già la mamma Maria, il padre Ugo e il fratello Sergio. L’arrivo del feretro è stato accolto da un applauso da parte di cittadini e curiosi che hanno assistito al via vai di auto da dietro le transenne. A Piacenza e Milano è stato proclamato il lutto cittadino e i commercianti del centro storico di Piacenza hanno spento le luci delle vetrine in segno di rispetto. Bandiere a mezz’asta, invece, a Palazzo Marino e in tutte le sedi comunali milanesi.
L’invito del Comune ai concittadini di Armani e alle “organizzazioni sociali, culturali e produttive milanesi” è stato quello di “esprimere, nelle forme ritenute più opportune, il dolore e l’abbraccio dell’intera città”.
L’omaggio alla camera ardente
Intanto la bara è stata salutata da chi Armani lo conosceva, vi collaborava e da tanti curiosi e appassionati. Tra gli esponenti della politica Matteo Renzi, la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. “Era doveroso essere qua perché credo che sia stata un’eccellenza di questa nostra Lombardia, un genio che ha portato la bellezza italiana nel mondo, ma anche un grande imprenditore perché è riuscito a creare un’azienda che funziona, che è efficiente, che ha dato dei risultati eccellenti. Quindi ha saputo declinare la creatività, la genialità con l’efficienza e l’efficacia tipica di un grande lombardo”, ha affermato Fontana.