Sono diverse le posizione dei leader sulle candidature alle elezioni europee di giugno: Matteo Salvini ha detto che non ci sarà, seguito da Giuseppe Conte. Schlein si tiene aperta la possibilità di correre mentre Giorgia Meloni sembra pronta per la candidatura. Le candidature sono finalizzate non a ottenere un seggio in Europa (in caso di elezione nessuno dei leader lascerà l’incarico in Italia) ma, come accaduto in passato, per pesare il proprio consenso elettorale in una competizione con sistema proporzionale.
Intanto, si è sempre più vicini al duello tv tra Schlein e Meloni. il guanto, in realtà, l’aveva lanciato Elly Schlein all’ultima all’assemblea del Pd, a metà dicembre: «Sono sempre pronta a un confronto nel merito con lei, di persona. In televisione o in un altro luogo. Io non ho paura del confronto con lei su niente», aveva detto la segretaria dem parlando della premier. Per questo quel «volentieri» della premier alla domanda sulla disponibilità al faccia a faccia entro le europee, suona come una sorta di “start” al lungo duello tra le due leader da qui al voto Ue.
Ma non sarebbe tanto quello in tv il vero duello Meloni-Schlein, già saltato ai tempi di Atreju con il duro «no, grazi»’ della leader dem: «Io il palco con i nostalgici del fascismo e del franchismo non lo condivido». La partita principale resta quella della candidatura delle due leader alle europee. La stessa Meloni, spiegando della sua indecisione, ha lanciato una sfida di non poco conto alla segretaria dem: «Una mia candidatura spingerebbe altri leader a mettersi in gioco e questo sarebbe un test di altissimo livello, interessante».
Nel Pd le opinioni sono diverse, anche nel gruppo dirigente. C’è chi preme per un impegno sul campo della segretaria, convinto che questo spingerebbe il Pd oltre la soglia del 20%. Altri, oltre alle questioni legate al meccanismo della doppia preferenza che finirebbe per penalizzare le candidate dem, temono il fatto che in caso di vittoria del centrodestra e di un successo di FdI comunque il conto alla Schlein verrebbe presentato, a prescindere dai numeri raccolti dal Pd.
«Ancora c’è tempo», rispondono in casa dem a chi sollecita indicazioni sulla candidatura della segretaria. Il lavoro sulle liste, comunque, procede. I nomi che circolano sono quelli dei sindaci, Nardella e Ricci al Centro, De Caro al Sud, Gori al Nord ovest. Poi ci sono le uscenti Picierno, Gualmini, Tinagli e Laureti, la new entry Marta Bonafoni. Ci sono nel ‘totonomi’ big come Zingaretti ma anche esterni come Chiara Valerio, Maurizio De Giovanni, Cecilia Strada. Ma tutto può cambiare nel caso in cui la Schlein decidesse di scendere in campo, magari dopo un annuncio simile fatto dalla Meloni. Il duello Giorgia-Elly è ancora tutto da consumare.