Hamas avrebbe accettato la proposta di cessate il fuoco mediata da Egitto, Qatar e Stati Uniti, già approvata da Israele. L’intesa prevede una tregua di 60 giorni per fermare le ostilità, facilitare l’ingresso di aiuti umanitari e avviare negoziati per un accordo più ampio. Secondo fonti palestinesi, la risposta ufficiale del gruppo islamista è attesa entro poche ore. Durante la tregua, Hamas rilascerebbe gradualmente ostaggi israeliani, mentre Israele avvierebbe il ritiro dal nord della Striscia e permetterebbe l’ingresso massiccio di aiuti.
Nell’ultimo mese, l’Onu ha registrato 613 uccisioni vicino a convogli umanitari, imputando all’esercito israeliano il fuoco contro civili in cerca di aiuti. Amnesty e l’Alto Commissariato per i Diritti Umani denunciano crimini di guerra e uso della fame come arma. Intanto, continuano i bombardamenti: solo oggi almeno 18 palestinesi sono morti, tra cui sfollati colpiti in tende a Khan Yunis.
Donald Trump ha affermato che la risposta di Hamas al cessate il fuoco a Gaza dovrebbe arrivare entro 24 ore. Il ministro degli Esteri italiano Tajani ha dichiarato: «Se Hamas accetterà, finirà la carneficina. Ma i palestinesi non sono Hamas, e il futuro della Palestina non può passare da loro». Intanto, la relatrice Onu Francesca Albanese denuncia il coinvolgimento economico di aziende internazionali nel conflitto, definendolo «genocidio a scopo di profitto».