La guerra nella Striscia di Gaza continua a mietere vittime: secondo Al Jazeera, dall’alba almeno 38 palestinesi sono stati uccisi, 25 dei quali a Gaza City. Eppure, uno spiraglio di trattativa si apre dopo l’annuncio di Donald Trump, che ha parlato di «negoziati costruttivi» e di un accordo «imminente».
Secondo Haaretz, Hamas avrebbe accettato in linea di principio il piano proposto dall’ex presidente Usa, che prevede il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani – vivi e deceduti – in cambio di un graduale ritiro dell’Idf dalla Striscia e della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi. Il Qatar starebbe mediando, mentre Netanyahu ribadisce che Israele «deve terminare l’operazione contro Hamas». Sullo sfondo, spunta l’ipotesi di Tony Blair a capo di una futura amministrazione provvisoria a Gaza.
Intanto cresce la tensione attorno alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria di 51 navi dirette verso Gaza. Dopo guasti meccanici e attacchi con droni, gli attivisti insistono: «La nostra missione è incrollabile». Ma il presidente Mattarella ha lanciato un appello a «non forzare il blocco navale», preoccupato per l’incolumità dei partecipanti. In Italia si moltiplicano i presidi e le manifestazioni, con sindacati e movimenti che promettono scioperi se la Flotilla dovesse essere colpita.
Dall’Onu arrivano prese di posizione contrastanti: l’Iran si dice pronto a sostenere qualsiasi cessate il fuoco, la Nuova Zelanda non riconoscerà per ora lo Stato di Palestina. A New York, il discorso di Netanyahu è stato accolto da proteste e abbandoni in sala, mentre a Milano e Taranto continuano le mobilitazioni popolari contro il massacro a Gaza.