Sale a 43 il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza, tra cui almeno 16 palestinesi uccisi a Gaza City durante un raid su un campo di sfollati nel campo di al-Shati, dove carri armati dell’Idf hanno aperto il fuoco contro le tende. Secondo fonti palestinesi, 7 persone sono morte mentre attendevano aiuti umanitari vicino al corridoio di Netzarim. L’Onu denuncia che in due mesi circa mille persone sono state uccise mentre cercavano cibo, con medici che svengono per fame e stanchezza.
Intanto, sirene risuonano in Israele per lanci di missili dallo Yemen, entrambi intercettati. L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede ha confermato che l’attacco alla chiesa della Sacra Famiglia è stato un errore e che Israele ha già assunto responsabilità. L’Ue, per voce di Kaja Kallas, condanna l’uccisione di civili in cerca di aiuti e avverte Israele sul mantenimento degli accordi umanitari.
Il presidente turco Erdogan accusa Israele di genocidio, paragonandolo ai nazisti, e chiede interventi per fermare la crisi umanitaria, mentre il ministro israeliano Sa’ar accusa Hamas di sparare sui civili per sabotare i negoziati di pace. La situazione umanitaria a Gaza resta drammatica, con carenze di cibo e medicinali che colpiscono soprattutto i più vulnerabili.
