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Gaza sotto assedio: veto Usa al cessate il fuoco. Onu: oltre un milione di sfollati e stragi continue

Nella Striscia di Gaza la situazione precipita di ora in ora. L’esercito israeliano ha ordinato nuove evacuazioni da Gaza City, promettendo un’operazione «con una forza senza precedenti» contro Hamas. Secondo l’Idf circa 480 mila palestinesi sono già fuggiti verso sud, mentre l’Onu stima oltre un milione di sfollati complessivi. La popolazione, priva di cibo, acqua e cure mediche, tenta di sopravvivere tra macerie e bombardamenti.

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato con 14 voti favorevoli una risoluzione per il cessate il fuoco, ma gli Stati Uniti hanno posto il veto, isolandosi dalla comunità internazionale. «Due milioni di persone pagano il prezzo del nostro fallimento», ha dichiarato l’ambasciatore palestinese Ryad Mansour, mentre Pechino ha esortato Washington ad allinearsi alla richiesta di tregua.

Sul terreno, le violenze non si fermano: almeno 16 palestinesi sono morti dall’alba di oggi, tra cui due bambini colpiti in un attacco a Khan Younis. Anche nel sud del Libano, l’Onu denuncia nuove incursioni israeliane nonostante la tregua firmata lo scorso novembre.

La crisi ha ripercussioni internazionali. In Italia, la Cgil ha indetto uno sciopero generale «contro il genocidio», con manifestazioni in numerose città. Dal porto di Portopalo di Capo Passero è salpata la “Global Sumud Flotilla”, 42 imbarcazioni dirette a Gaza con aiuti umanitari, accompagnate da una nave di Emergency come osservatrice.

Voci religiose e civili chiedono lo stop alle ostilità. Padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, denuncia «decine di migliaia di morti, tra cui oltre 18 mila bambini», mentre il cardinale Pizzaballa afferma: «Non riesco a capire come si possa tollerare una cosa del genere». Ma sul campo, le armi restano protagoniste e la catastrofe umanitaria non conosce tregua.

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