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Gaza, Israele attacca Parolin: «Minaccia la pace». Il Papa: «È la linea della Santa Sede»

Proseguono a Sharm el-Sheikh i colloqui indiretti tra Israele e Hamas sul piano di pace proposto dal presidente statunitense Donald Trump. Secondo fonti egiziane, le parti avrebbero raggiunto un’intesa sulla maggior parte dei punti della prima fase, compresi il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco. Hamas avrebbe accettato il disarmo, consegnando le armi a un’autorità egiziano-palestinese, ma ha respinto l’ipotesi di Tony Blair come governatore della Striscia, concedendogli solo un ruolo di supervisione esterno.

Il piano, sostenuto anche dall’Onu, è stato definito da Trump «un passo decisivo verso la pace in Medio Oriente». Tuttavia, non mancano le tensioni diplomatiche. L’ambasciata israeliana presso la Santa Sede ha criticato l’intervista del cardinale Pietro Parolin, accusandolo di «minare gli sforzi di pace» e di «trascurare il rifiuto di Hamas di liberare gli ostaggi». Parolin aveva invitato a coinvolgere i palestinesi nel processo negoziale e ribadito la necessità del rilascio immediato dei prigionieri.

Le dichiarazioni di Parolin: «Coinvolgere i palestinesi nel piano di pace, basta violenza e ostaggi»

«Qualunque piano che coinvolga il popolo palestinese nelle decisioni sul proprio futuro e permetta di finire questa strage, liberando gli ostaggi e fermando l’uccisione quotidiana di centinaia di persone, è da accogliere e sostenere» afferma il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, commentando il piano di pace di Trump. Ricorda l’attacco del 7 ottobre come «disumano» e «ingiustificabile» e chiede «la liberazione immediata degli ostaggi» e la fine della spirale di violenza. Denuncia «il risorgente antisemitismo, cancro da estirpare» e invita la comunità internazionale a «fare molto di più» e a «non continuare a fornire armi usate contro i civili». Sulle manifestazioni pro-Gaza, dice di essere «positivamente colpito dall’impegno dei giovani: è il segno che non siamo condannati all’indifferenza». Infine ricorda che «la preghiera è essenziale, ma non basta senza l’impegno concreto e la mobilitazione delle coscienze per la pace».

Il Papa

Interpellato dai giornalisti, papa Leone XIV ha scelto la via della prudenza: «Preferisco non commentare, il cardinale ha espresso molto bene l’opinione della Santa Sede». Il Pontefice ha poi denunciato «gli atti di antisemitismo sempre più preoccupanti» e ha rinnovato l’appello «alla pace e al rispetto della dignità di ogni persona». Nel frattempo ha annunciato il suo primo viaggio apostolico in Turchia e in Libano: «Sarà un cammino di unità e di speranza in una regione che ha tanto sofferto».

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