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Gaza distrutta, in vigore la tregua: dopo mesi di guerra una fragile pace, appesa a un filo

È entrato in vigore il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, approvato ieri sera dal governo israeliano e mediato da Donald Trump. L’accordo prevede il rilascio di 48 ostaggi israeliani in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi, mentre l’esercito israeliano avvierà un ritiro parziale, mantenendo però il controllo di oltre metà della Striscia di Gaza.…
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Buildings that were destroyed during Israeli ground and air operations stand in the northern Gaza Strip as seen from southern Israel, Monday, Aug. 25, 2025. (AP Photo/Leo Correa)

È entrato in vigore il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, approvato ieri sera dal governo israeliano e mediato da Donald Trump. L’accordo prevede il rilascio di 48 ostaggi israeliani in cambio di 1.950 prigionieri palestinesi, mentre l’esercito israeliano avvierà un ritiro parziale, mantenendo però il controllo di oltre metà della Striscia di Gaza. Gli Stati Uniti invieranno 200 soldati per monitorare l’attuazione dell’intesa e la distribuzione degli aiuti umanitari, coordinati con Egitto, Qatar e Turchia. Da lunedì riaprirà il valico di Rafah sotto la supervisione della missione europea EUBAM, con personale anche italiano.

La tregua rappresenta la prima fase del cosiddetto “piano Trump”, che punta a porre le basi per una pace duratura, ma i nodi restano: il disarmo di Hamas, il ritiro totale israeliano e il riconoscimento di uno Stato palestinese. L’ONU e l’Autorità nazionale palestinese chiedono un’uscita completa delle truppe, mentre il governo Netanyahu continua a opporsi alla soluzione “due Stati”.

Intanto Gaza conta i danni di una distruzione che l’Onu definisce “sistematica”: il 90% delle scuole è distrutto, solo 14 ospedali su 36 funzionano parzialmente e milioni di metri cubi di macerie rendono incerta la ricostruzione. L’OMS stima in oltre 7 miliardi di dollari il fabbisogno del sistema sanitario, mentre per l’intera ricostruzione ONU e Banca Mondiale parlano di 53 miliardi. L’Unione europea promette 120 milioni, con l’Italia pronta a contribuire. Ma, come avverte Hamas, «non daremo a Israele scuse per tornare in guerra»: la pace resta appesa a un filo.

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