Domani potrebbe essere il giorno dell’annuncio ufficiale: Rino Gattuso sarà con ogni probabilità il nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana. Dopo settimane di contatti e riflessioni, la scelta della Figc sembra essere caduta proprio sull’ex centrocampista del Mondiale 2006, oggi allenatore carismatico e divisivo, pronto a raccogliere l’eredità lasciata da Spalletti e a rilanciare un’Italia ferita nell’orgoglio dopo l’ultima deludente prestazione a Oslo. Il presidente federale Gabriele Gravina ha già avuto numerosi colloqui telefonici con Gattuso, durante i quali si è discusso non solo di tattica, ma soprattutto di visione: idee, staff, nomi e filosofia calcistica.
Le consultazioni, entrate nel vivo negli ultimi giorni, hanno convinto la Federazione a puntare sull’ex tecnico di Napoli, Milan e Valencia per quella che sarà una vera e propria operazione di rilancio del calcio azzurro. Il contratto proposto a Gattuso sarà annuale, con opzione di rinnovo: una soluzione prudente, già sperimentata con Spalletti, che consente alla FIGC di non legarsi per un intero ciclo in caso di risultati deludenti. Anche lo stipendio rientrerà nei parametri recenti: non supererà i due milioni di euro.
Lo staff di Rino
Non si tratterà solo di una nomina. Il progetto Figc prevede infatti una rifondazione strutturale che coinvolgerà figure storiche del 2006: Buffon sarà capo-delegazione, Bonucci e Barzagli entreranno nello staff tecnico, e potrebbero avere anche un futuro ruolo nell’Under 21. Zambrotta e Perrotta saranno coinvolti nel nuovo corso, contribuendo alla creazione di uno spogliatoio guidato dall’esperienza di chi ha vinto con la maglia azzurra. Il concetto è chiaro: per scuotere una Nazionale apatica, serve una squadra di ex campioni che conoscano bene cosa significa rappresentare l’Italia. Parallelamente, Gravina ha voluto affiancare a questo nuovo corso anche una figura di riferimento per il futuro: Cesare Prandelli, ex ct dell’Italia, assumerà un ruolo centrale come “responsabile tecnico” della Federazione.
L’obiettivo
La definizione è scelta con cura: non sarà un direttore né un supervisore del ct, ma un promotore di idee e metodologie rivolte al settore giovanile. Sarà lui, insieme a Maurizio Viscidi (già responsabile delle Under), a curare una nuova impostazione che permetta finalmente ai giovani italiani di sviluppare talento, creatività e imprevedibilità, in controtendenza rispetto alla deriva di eccesso di tatticismo e rigidità che ha caratterizzato l’ultimo decennio. «Troppi automi, pochi Causio, Conti, Donadoni», dicono in Federazione.
E Prandelli lavorerà proprio per restituire al calcio italiano la capacità di formare giocatori alla Baggio, Del Piero, Totti, Pirlo. Il simbolismo di questa scelta è fortissimo. Gattuso è sempre stato un leader riconosciuto, anche da chi lo ha allenato. Marcello Lippi, che lo scelse come perno del suo centrocampo nel 2006, ha più volte ricordato l’episodio in cui Gattuso lo prese letteralmente per il collo chiedendogli di non lasciare la Nazionale dopo il trionfo di Berlino. Il nuovo ct azzurro dovrà affrontare un’emergenza tecnica e motivazionale, ma potrà farlo con il sostegno di un gruppo che parla la sua stessa lingua: quella dell’esperienza, dell’identità e del cuore.