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Fridays for future, di nuovo in piazza i ragazzi di Greta

I Fridays for future sono tornati ieri con una serie di manifestazioni che hanno coinvolto i giovani in diverse città italiane. Da Milano a Bari, migliaia di ragazzi sono scesi in piazza per dare nuovamente voce al movimento ambientalista nato il Svezia dopo gli scioperi della 19enne Greta Thunberg. Nel capoluogo lombardo protagonisti sono stati…
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I Fridays for future sono tornati ieri con una serie di manifestazioni che hanno coinvolto i giovani in diverse città italiane. Da Milano a Bari, migliaia di ragazzi sono scesi in piazza per dare nuovamente voce al movimento ambientalista nato il Svezia dopo gli scioperi della 19enne Greta Thunberg.

Nel capoluogo lombardo protagonisti sono stati i cori contro il premier Mario Draghi. Il corteo si è snodato per le vie del centro in occasione dello sciopero globale per il clima, ed è arrivato accanto a piazza del Duomo. Lungo il percorso i giovani hanno urlato più volte slogan contro il Comune di Milano e Confindustria, contro presidente del Consiglio e contro il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Il governo è ritenuto colpevole di finanziare la guerra attraverso l’acquisto del gas russo. A Napoli è stato detto «no» al piano Cingolani. «Non vi stiamo chiedendo il futuro. Stiamo venendo a riprendercelo», hanno scandito i ragazzi con un grande striscione che ha aperto il corteo. In centinaia si sono dati appuntamento in piazza Garibaldi e si sono diretti, attraversando il centro, in piazza Municipio.
A Firenze alla manifestazione si sono uniti anche i lavoratori di Gkn. Il corteo è partito da piazza santissima Annunziata e si è snodato per le vie del centro cittadino fino ad arrivare in piazza del Carmine. In strada nessuna bandiera di partito, ma alcune bandiere della pace e striscioni contro la guerra in Ucraina. A Torino hanno manifestato oltre duemila persone, partite da piazza XVIII Dicembre: «È il primo sciopero per il clima del 2022 e cade in un momento molto particolare per l’Europa, nel mezzo di questo conflitto – spiega Luca Sardo il responsabile torinese del movimento ambientalista – Con questo sciopero vogliamo sottolineare le cause comuni tra la guerra in Ucraina e la crisi climatica”.
A Bari ha sventolato anche la bandiera ucraina. In 500 hanno sfilato nelle vie del centro al grido di «giustizia climatica», sollevando cartelli e striscioni. «Fermiamo la guerra dei combustibili fossili», recitava lo striscione che ha aperto il corteo. «Abbiamo usato l’hashtag “connect dots”, unisci i puntini, perché riteniamo che le diverse crisi e lotte siano legate – spiega Marco Modugno, referente di FridaysForFuture Bari e uno degli otto portavoce di FridaysForFuture Italia – La crisi climatica non è sconnessa dalle altre crisi. Quella bellica messa in atto da Putin è anzi strettamente collegata alla inazione che ci ha portato a una dipendenza assurda dai combustibili fossili, dal gas e soprattutto dal gas russo».

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